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CNR: ancora danni alla ricerca e ai ricercatori onesti

Proseguono le vicende giudiziarie sui fatti denunciati dalla trasmissione Report (Newsletter 7/2017). Sono stati emessi dalla Procura di Napoli sette avvisi di garanzia con ipotesi di reato gravi, come peculato e associazione a delinquere.

Il Presidente del CNR, attraverso una dichiarazione trasmessa dall’Ufficio stampa dell’Ente il 18 maggio, risponde a queste notizie: “Il Presidente del CNR, di fronte alle notizie apprese a mezzo stampa sulla svolta delle indagini da parte della Procura della Repubblica di Napoli per presunti reati penali in danno del CNR e della ricerca pubblica, ribadisce – come già espresso nella nota stampa del 28 marzo e dell’11 maggio – la massima disponibilità alla collaborazione alle indagini, iniziate con una denuncia del 2015 da parte dell’Ente stesso, e conferma che l’Ente adotterà rigorosamente tutti i provvedimenti del caso. Ricorda che è in atto (nota stampa 11 maggio) un’operazione per garantire la massima trasparenza, efficacia e tempestività delle procedure amministrative, che ha compreso l’istituzione recente di una apposita Commissione composta da esperti di alto profilo.”

Tuttavia ancora non sono noti atti concreti che rendano effettiva tale dichiarazione.

Non si può che manifestare il più profondo sconcerto per quanto sta accadendo. Questa vicenda continua a gettare un enorme discredito sul CNR. Senza contare le conseguenze pesantissime subite dai R&T dell’IAMC, l’Istituto finito sotto la lente delle indagini. Conseguenze morali, per il sentirsi indicati come quelli che rubano, o per le battute di qualche collega o conoscente. E conseguenze economiche, giacché loro, i ricercatori e tecnologi che non sono indagati, si trovano a dover pagare con i propri fondi, penalizzando progetti e collaboratori, per tappare i “buchi” generati da una gestione sconsiderata della cosa pubblica.

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Questa notizia è stata pubblicata nella Newsletter ANPRI del 22 maggio 2017.

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