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INRiM: la metrologia italiana ancora nella tempesta

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Uscito un paio d’anni fa da un penoso commissariamento che aveva messo fine alla discussa presidenza Carpinteri (vedi Newsletter 3/2013), l’INRiM aveva accolto con viva speranza la nuova presidenza del prof. Inguscio, noto fisico della materia, fondatore del Laboratorio LENS di Firenze e più recentemente Direttore di Dipartimenti di Fisica del CNR.

Il nuovo Presidente arriva in un Ente, nato nel 2006 dalla fusione dell’Istituto di Metrologia Gustavo Colonnetti (IMGC) del CNR con l’altro pezzo della metrologia italiana, l’Istituto Elettrotecnico Nazionale Galileo Ferraris (IENGF), entrambi in Torino (nei fatti si è trattato di una vera e propria “annessione”). In totale un piccolo Ente, di circa 200 persone di ruolo, con quasi 100 giovani con contratti a termine, che però si era da tempo guadagnato, nel panorama mondiale del suo settore, una delle prime posizioni in Europa e nel mondo, grazie alla capacità scientifica dei suoi Ricercatori ed alla competenza dei suoi tecnici e tecnologi.

Inoltre, l’INRiM svolge un importante funzione di servizio metrologico e tecnologico in Italia, apprezzata anche da laboratori esteri.

Il programma scientifico portato dal nuovo Presidente ha costituito un’importante innovazione, da molti considerata favorevolmente perché faceva passare da una visione, storicamente valida ma ormai superata dalle strategie internazionali, di ripartizione delle attività per “grandezze” (massa, tempo, lunghezza, temperatura,…) ad una ripartizione per temi (ambiente, salute, nanoscienze, fisica atomica,…). La nuova strategia è stata imposta top-down dal Presidente più che proposta, ma ciononostante è stata accettata, specie perché nel 2006, alla nascita dell’INRIM, tale strategia era stata rigettata da un processo bottom up a causa di interessi individuali.

Col tempo, però, tale processo eccessivamente top-down ha mostrato difetti, come ad esempio la creazione di una divisione di servizi ipertrofica e funzionante per certe grandezze – come la meccanica, la massa e la chimica – come una “bad bank” nella quale sono anche confluiti, cosa grave, molti Ricercatori. In ciò ha certamente giocato il fatto che un fisico della materia non sia riuscito ad apprezzare le forti differenze intrinseche e a comprendere appieno le necessità di un Ente metrologico con una forte componente multidisciplinare e ingegneristica. Ciò è stato un primo campanello di allarme, seguito da una feroce gerarchizzazione della Comunità interna, dove specialmente i Ricercatori si sono trovati a perdere un parte crescente della loro autonomia, anche propositiva e persino su Progetti finanziati da fondi esterni, già scarsamente riconosciuta. Il Presidente ha infatti enunciato, e perseguito in modo rigido, una idea di Istituto che prevale sempre come tale, con la decisione dei suoi organi consultivi e deliberanti “guidati” dal Presidente, sul contributo dei singoli, che possono solo adeguarvisi perché considerati una Comunità di per sé anarchica.

In questo scenario, si è poi inserito il nuovo Direttore Generale (DG), la dott.ssa Ines Fabbro, già Direttore Amministrativo dell’Università di Bologna e dell’Università di Siena.

Nel giro di un anno, la situazione è precipitata per l’invasività, crescente persino rispetto alla già pesante situazione precedente (tipica nei piccoli Enti), delle pretese del management dell’Ente, in cui è difficile distinguere tra la DG ed il Presidente. L’elenco è lungo, ed ha creato una situazione di crescente preoccupazione, talvolta quasi di panico. Per citare qualche fatto recente:

  1. nell’ambito del Sistema Qualità INRiM, anche i Ricercatori hanno ricevuto una lettera di “autorizzazione annuale” a svolgere attività che riguardano anche i loro progetti di ricerca. La cosa è gravissima perché essi sono solo soggetti all’approvazione da parte del CdA, dopodiché essi sono autonomi nello svolgimento. Inoltre, tale documento non tiene conto di varie altre attività autonome, tra l’altro ammesse dal Contratto;
  2. è stato emesso un ordine ad una società di software per l’inserimento di “agent” in tutti i computer INRiM per ottenere informazioni in essi contenute, senza nemmeno specificare quali. Risulta inoltre che un agent, una volta installato, possa essere modificato all’insaputa dell’utente del computer;
  3. l’Istituto, con la scusa della rendicontazione dei Progetti finanziati da terzi, intende chiedere a tutti i dipendenti la compilazione di “time sheets” in cui indicare giornalmente le ore dedicate a ciascuna delle attività certificate (di cui al punto 1), e quindi relativi all’intero monte attività e non solo a quelle finanziate da terzi;
  4. l’Istituto ritiene di avere il diritto di bloccare quasi la metà dei giorni di ferie di tutto il personale mediante giorni di chiusura generale dell’Istituto, quando ciò non produce praticamente alcun risparmio all’Istituto perché la maggior parte dei laboratori richiede una continuità assoluta di condizioni ambientali e funzionali, oltre alla necessità di presenza per attività sperimentali e di servizio con scadenze inderogabili;
  5. l’Istituto pretende di esercitare una totale discrezionalità nell’accesso dei visitatori, autorizzando alcuni e negando il permesso di ingresso ad altri. Non è chiaro come tale discrezionalità, già di per sé inusuale in Enti di ricerca, potrà applicarsi ai rappresentanti sindacali.

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4 Thoughts to “INRiM: la metrologia italiana ancora nella tempesta”

  1. Franco Cotana

    Se Inguscio, come sembra, diventerà’ il presidente del CNR ne vedremo delle belle!!

  2. Gianpaolo Pulcini

    Per fortuna del CNR, sembrerebbe che Inguscio abbia rinunciato a concorrere per la Presidenza del CNR. Incrociamo le dita!!!!

  3. Gianpaolo Pulcini

    Per fortuna del CNR, sembrerebbe che Inguscio abbia rinunciato a concorrere per la Presidenza del CNR. Incrociamo le dita!!!!

  4. Spinoza

    Sì, ha talmente rinunciato che è appena diventato presidente del CNR…

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