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CNR paventati prelievi di fondi per la ricerca, circolazione delle informazioni all’interno dell’Ente, richiesta tavoli tecnici (procedure ex art.15 (CCNL 2002-2005), orario di lavoro ricercatori e tecnologi CCNL 2016-2018, riorganizzazione strutture CNR)

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Data: 18 ottobre 2018
Prot. 59/18

 

Al Presidente CNR

Prof. Massimo Inguscio

presidenza@cnr.it

Ai Componenti il Consiglio di Amministrazione CNR

cda@cnr.it, segreteria.cda@cnr.it

e p.c.   Ai Ricercatori e Tecnologi CNR

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Oggetto: paventati prelievi di fondi per la ricerca, circolazione delle informazioni all’interno dell’Ente, richiesta tavoli tecnici (procedure ex art.15 (CCNL 2002-2005), orario di lavoro ricercatori e tecnologi CCNL 2016-2018, riorganizzazione strutture CNR).

Da informazioni che circolano informalmente, FGU-Dipartimento Ricerca-Sezione ANPRI ha appreso che il Consiglio di Amministrazione ha esaminato nella riunione del 10 ottobre un documento che prospetta diverse opzioni di prelievo di fondi da progetti di ricerca, al fine di ricondurre al pareggio di bilancio di previsione per l’esercizio 2019.

La semplice lettura del documento lascia basiti per la superficialità con cui si “gioca” su risorse in entrata, acquisite per lo svolgimento di specifiche attività di ricerca, senza alcuna minima riflessione sul costo che il loro venir meno potrebbe produrre in termini di sospensione/annullamento di attività di ricerca già in essere o programmate. Le pesanti conseguenze di tale “prelievo”, se venisse fatto davvero, sono state invece immediatamente percepite da FGU-Dipartimento Ricerca-Sezione ANPRI, cui sono arrivate diffuse manifestazioni di stupore, contrarietà e reazione da parte dei Ricercatori e Tecnologi che sono venuti a conoscenza dei contenuti del documento discusso dal CdA.

Non riteniamo che servano altre parole su questa grave questione, vogliamo considerare che le ipotesi di prelievo siano un’esercitazione sbagliata per risolvere un problema che, se sussiste, deve essere affrontato in maniera diversa, a meno che il CdA non voglia deliberare, in piena solitudine ed assumendosene tutte le responsabilità, l’azzoppamento delle attività di ricerca del CNR.

FGU-Dipartimento Ricerca-Sezione ANPRI chiede con forza che, se sussistono i problemi prospettati nel documento discusso dal CdA, l’Ente si faccia carico di informare con trasparenza Ricercatori e Tecnologi e di considerate nel dovuto modo gli impegni assunti relativamente ad attività di ricerca da svolgere, che richiedono le risorse a cui si vorrebbe attingere per “salvare il bilancio del CNR”.

Ci preme ribadire, come abbiamo già avuto modo di evidenziare nella lettera inviataLe il 24 luglio 2017 (Prot. N. 42/2017), che la situazione oggetto della presente lettera è anche frutto del preoccupante e crescente deterioramento della modalità di circolazione delle informazioni all’interno dell’Ente. Deterioramento che si traduce in un appannamento dell’immagine del CNR, in una scarsa efficacia delle relazioni sindacali e in una inevitabile riduzione del senso di appartenenza all’Ente dei suoi Ricercatori, Tecnologi e Personale tecnico-amministrativo.

Cogliamo questa poco gradita occasione per ricordarLe e ribadire l’urgente richiesta dei tavoli tecnici, già da tempo richiesti, per avviare rapidamente le procedure per le progressioni di livello del personale Ricercatore e Tecnologo, ex art. 15-CCNL 2002-2005, e per chiarire in via definitiva la lettura di quanto stabilito nel vigente CCNL riguardo l’orario di lavoro di Ricercatori e Tecnologi.

Distinti saluti

FGU GILDA-UNAMS – Dipartimento Ricerca – ANPRI CNR

http://anpri.fgu-ricerca.it/wp-content/uploads/2018/10/20181018_CNR_lett_prelievi-et-al.pdf

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  1. Caterina

    L’ANPRI dovrebbe trovare il coraggio di dissociarsi dagli altri sindacati, che hanno ottenuto stabilizzazioni del tutto prive di qualsiasi criterio di selezione. Peraltro esiste anche un profilo da chiarire nell’operato del CNR per quanto riguarda la stabilizzazione tramite comma 1 di personale entrato in servizio a TD (anche solo per un mese!) dopo l’entrata in vigore della legge Madia. La cosa è molto grave (e riguarda solo il CNR e non gli altri EPR) e l’ANPRI dovrebbe denunciarla apertamente, prima che nel discredito collettivo venga coinvolto tutto l’Ente.

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