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Comunicato 10 dicembre 2020. Istituzione dell’Istituto Nazionale di Ricerche Marine e Polari: le critiche si moltiplicano

Si moltiplicano le critiche contro il maldestro e umiliante tentativo di riorganizzare, con un emendamento da inserire nella nuova Legge di Bilancio, il settore delle ricerche marine e polari senza che le comunità scientifiche interessate, quelle della Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli (SZN) e di 4 Istituti del CNR, fossero state in alcun modo coinvolte nel processo riorganizzativo.

Dopo la lettera inviata lo scorso 3 dicembre dalla FGU-DR-ANPRI al ministro Manfredi, con la quale vengono aspramente criticate le modalità con le quali si è tentato istituire l’Istituto Nazionale di Ricerche Marine e Polari nella più totale mancanza di confronto e concertazione con le comunità scientifiche e/o i loro rappresentanti negli organi scientifici e di governo delle Istituzioni coinvolte, ieri l’altro un folto gruppo indipendente di R&T che svolgono attività di ricerca in ambito marino e polare ha lanciato la petizione “I Ricercatori italiani chiedono rispetto” indirizzata al ministro Manfredi per chiedere che “qualunque processo di razionalizzazione ed eventuale ristrutturazione di istituti ed enti di ricerca venga condotto nel pieno rispetto delle raccomandazioni della Carta Europea dei Ricercatori, cioè coinvolgendo direttamente i Ricercatori e i Tecnologi nelle scelte strategiche e garantendo la loro partecipazione attiva nei processi decisionali e consultivi all’interno degli enti cui appartengono”.

Nello stigmatizzare il fatto che “la comunità scientifica marina e polare nel suo complesso sia stata tenuta completamente all’oscuro di questa operazione”, i promotori della petizione hanno sottolineato che “non sono mai state discusse le ragioni e la strategia dell’accorpamento proposto, sia dal punto di vista scientifico che rispetto alle priorità del Paese”.

Solo una discussione condotta alla luce del sole e un confronto aperto e onesto – conclude la petizioneconsentiranno di ottimizzare le risorse e le strategie della ricerca italiana, consentendo ai Ricercatori e Tecnologi di contribuire a pieno titolo, nella forma e nella sostanza, al progresso della conoscenza e allo sviluppo sostenibile del Paese”.

La FGU-DR-ANPRI, nell’invitare i colleghi tutti a sottoscrivere la petizione, stigmatizza nuovamente il palese tentativo di violare nuovamente sia la Carta Europea dei Ricercatori, che riconosce ai R&T il diritto di “contribuire attivamente al funzionamento dell’istituzione”, che il D.Lgs. 218/2016, che impone esplicitamente forme efficaci di “partecipazione di ricercatori e tecnologi alle fasi decisionali per la programmazione e attuazione della ricerca”, violazione che da tanti, troppi anni si perpetua all’interno di tanti Enti e del CNR, in particolare, ove processi di riorganizzazione, soppressione e accorpamento degli Istituti si realizzano senza alcun coinvolgimento diretto dei R&T nell’identificazione delle strategie da attuare e nella valutazione dei vantaggi scientifici che ne possono derivare, limitando il coinvolgimento dei R&T a meri pareri consultivi dei Consigli di Istituto su quanto già predisposto e deciso dai vertici dell’Ente, pareri peraltro ignorati nella stragrande maggioranza dei casi.

Gianpaolo Pulcini

Responsabile Nazionale FGU-DR-ANPRI CNR e SZN

https://anpri.fgu-ricerca.it/wp-content/uploads/2020/12/Comunicato-10-dicembre-2020-Critiche-tentativo-istituzione-Istituto-scienze-marine-e-polari.pdf

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