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CNR Comunicato del 27 aprile. Prorogato lo stato di emergenza ma gli Istituti non chiudono!

Con la Nota del Direttore Generale del 23 aprile scorso il CNR, preso atto della proroga dello stato di emergenza sanitaria fino al 31 luglio 2021 disposta col Decreto Legge n. 52 del 22 aprile, ha di fatto prorogato ulteriormente quanto già disposto con la Nota del DG del 22 ottobre relativa a: “Ulteriori disposizioni in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19” e prorogato una prima volta il 23 dicembre 2020 con la Nota del DG n. 83871 e una seconda volta il 22 gennaio scorso con la Nota del DG n. 4983.

In particolare, i piani di rientro che i Direttori di Istituto sono tenuti ad adottare (su base mensile, bimestrale o trimestrale) devono continuare a basarsi sulla mappatura delle attività di ricerca e tecnologiche compatibili o non compatibili con la modalità agile e che per gli Istituti tale mappatura deve essere effettuata tenendo “conto delle indicazioni dei Ricercatori e Tecnologi nell’ambito dell’autonomia della ricerca riconosciuta ai lavoratori in questione”.

La necessità di tener conto delle indicazioni dei R&T discende, come già sottolineato nella lettera inviata ai Direttori di Istituto il 26 ottobre scorso, dall’ovvia considerazione che solo i singoli R&T possono, nel rispetto dell’autonomia riconosciuta ai R&T dalle norme vigenti e dalla succitata Nota del DG del 22 ottobre, fornire una corretta programmazione dell’attività che intendono svolgere nei prossimi mesi, anche alla luce del peggioramento della situazione epidemiologica.

È altresì opportuno chiarire che l’ultima Nota del DG, nel ribadire che “la modalità ordinaria di lavoro per le pubbliche amministrazioni […] è quella del lavoro agile”, non intende assolutamente imporre il lavoro agile in tutte le sedi dell’Ente, indipendentemente dalla tipologia di attività svolta, ma stabilisce che, così come previsto anche nel Decreto del 19 ottobre del Ministro per la Pubblica Amministrazione, almeno il 50% delle sole attività definite compatibili con la modalità agile, al netto delle attività svolte dai “lavoratori fragili”, debbano continuare ad essere svolte da remoto, con l’invito ad incrementare tale quota qualora la situazione nello specifico territorio dovesse “caratterizzarsi “medio tempore” da elevata gravità e da un livello di rischio alto”.

Tutte le attività definite non compatibili con la modalità agile, dovranno invece continuare ad essere svolte al 100% in presenza come da Nota del DG del 22 ottobre.

 

Gianpaolo Pulcini

Responsabile Nazionale FGU-DR-ANPRI CNR

 

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