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CNR Comunicato 8 novembre. Cosa si nasconde dietro il super commissariamento del CNR?

Come già riportato nel nostro Comunicato del 29 ottobre, il Disegno di Legge di Bilancio 2022, approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 28 ottobre, prevede all’art. 100 un “Piano di riorganizzazione e rilancio del Consiglio Nazionale delle Ricerche – C.N.R.” che, a tutti gli effetti, costituisce un super commissariamento, sia economico/gestionale che scientifico, dell’Ente

Ciò che lascia a dir poco spaesati nel leggere la suddetta norma è la “semplicità” con la quale il CNR viene posto sotto stretta tutela governativa: la riorganizzazione e il rilancio dell’Ente vengono infatti affidati interamente a un Comitato strategico di nomina strettamente ministeriale (sarà istituito dal MUR, sentito il Ministero dell’Economia e delle Finanze). Questo Comitato strategico avrà il compito di “riorganizzare e rilanciare le attività” del CNR attraverso la definizione di un “Piano di riorganizzazione e rilancio” dell’Ente che dovrà essere “approvato con decreto del Ministro dell’università e della ricerca di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, in deroga – si legge testualmente – alle disposizioni, normative e statutarie, che prevedono, in relazione alle specifiche misure previste dal piano, altri pareri, intese o nulla osta, comunque denominati.”. Piano che la Presidente del CNR dovrà adottare entro 6 mesi dall’entrata in vigore della Legge di Bilancio.

Lascia interdetti anche la totale assenza, nel dibattito politico che ha preceduto l’approvazione del Disegno di legge, di un pur vago riferimento al CNR e alla necessità di riorganizzarlo e di rilanciarlo. Una norma, quindi, caduta dall’alto e che si è abbattuta sul CNR improvvisamente, come un uragano estivo.

In spregio alla normativa vigente (legge 168/1989 e d.lgs. 127/2003 di Riordino del CNR, in primis) che assicura autonomia scientifica, organizzativa, finanziaria e contabile al CNR, saranno quindi esautorati da molti dei loro compiti sia il Consiglio di Amministrazione che i Consigli Scientifici di Ente e di Dipartimento. Sarà così vanificata la lunga battaglia condotta anche, e soprattutto, dalla FGU-ANPRI per garantire, nel rispetto della Carta Europea dei Ricercatori, un rappresentanza dei R&T negli organo di governo e consultivi del CNR, così da assicurare una seppur limitata partecipazione dei R&T al governo del proprio Ente.

Il Piano di riorganizzazione e rilancio potrà infatti “contenere proposte di revisione della disciplina, statutaria e normativa, di funzionamento dell’ente, ivi compresa quella riferita alla composizione degli organi, nonché ogni altra misura di riorganizzazione necessaria per il raggiungimento di maggiori livelli di efficienza amministrativa e gestionale”.

Inoltre, e questo è forse l’elemento più disarmante e preoccupante, il Piano di riorganizzazione e rilancio assumerà anche “la funzione di piano triennale di attività ai fini dell’applicazione della normativa vigente”, esautorando così la dirigenza scientifica dell’Ente, Direttori di Dipartimento in primis, e tutta la comunità scientifica del CNR dal programmare le attività di ricerca che l’Ente dovrà svolgere nel prossimo triennio.

Il tutto sarà deciso dal Comitato strategico di nomina ministeriale! Al MUR sarà anche affidato, come se non bastasse, il compito di effettuare, anche avvalendosi dello stesso Comitato strategico, un monitoraggio, almeno semestrale, dell’attuazione del Piano di riorganizzazione e rilancio.

Il CNR si appresta quindi a diventare nei fatti un Ente strumentale, le cui attività di ricerca nel prossimo triennio finiranno inevitabilmente con l’assecondare i desiderata della politica (leggi realizzazione del PNRR).

E il contributo di 60 milioni di euro a decorrere dal 2022, di cui 10 milioni vincolati al completamento dei processi di superamento del precariato di cui all’art. 20 del decreto Madia e 50 milioni da utilizzare per le finalità del Piano e per le spese di funzionamento del Comitato strategico per il triennio 2022-2024, appare un ben misero contentino a fronte della perdita di autonomia.

Se una riorganizzazione e un rilancio del CNR sono necessari, e su questo non possiamo che essere d’accordo, è indispensabile che avvengano nel pieno rispetto dell’autonomia scientifica ed organizzativa riconosciuta al CNR, col pieno coinvolgimento della sua comunità scientifica sia nella definizione delle linee strategiche dell’Ente che nella riorganizzazione delle sue strutture di ricerca e di supporto alla ricerca, ridefinendo in primis il ruolo e le competenze dei Dipartimenti. Una riorganizzazione che metta l’Amministrazione Centrale al servizio della Ricerca, che assicuri la massima trasparenza nelle procedure di assunzione e di progressione di carriera del personale, nonché nelle procedure di acquisto e nelle gare, e che affidi alla responsabilità della comunità scientifica interna del CNR il governo dell’Ente.

 

Gianpaolo Pulcini

Responsabile Nazionale FGU-DR-ANPRI CNR

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One Thought to “CNR Comunicato 8 novembre. Cosa si nasconde dietro il super commissariamento del CNR?”

  1. […] critiche da parte della FGU-DR-ANPRI (si vedano in particolare i Comunicati del 29 ottobre e dell’8 novembre), della Corte dei Conti, dei Rappresentanti dei R&T nel Consiglio Scientifico e di altri […]

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