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Fisica, Parisi ricorda Marcello Cini: “Fu anomalo, teneva assieme scienza e politica”

ROMA, 18 ottobre – Un intellettuale a tutto tondo prima ancora che uno scienziato, un uomo capace di costruire un ponte tra ricerca e società. Il fisico Marcello Cini, scomparso dieci anni fa, è stato ricordato oggi in un evento organizzato dall’Accademia dei Lincei. È stato anche uno dei pionieri dell’ambientalismo italiano e il premio Nobel Giorgio Parisi lo ha rievocato così: “La sua traiettoria come fisico è stata del tutto anomala”, tuttavia si tratta di una “figura fondamentale nell’ambito della cultura italiana sia per le sue attività come scienziato, sia per le sue riflessioni sulla scienza sia per le sue attività fra scienza e politica, scienza ed economia, affrontando il problema di come il mondo sta cambiando mentre i concetti utilizzati per analizzarlo sono datati”.
Parisi ha rammentato anche di aver seguito alcune lezioni di Cini, quando questi era docente alla Sapienza di Roma: “Aveva un modo completamente diverso di fare scienza rispetto a quello a cui eravamo abituati, si impegnava a non separare la parte scientifica dal contesto storico e sociale”.
Fiorentino, classe 1923, Cini si laureò a Torino prima in ingegneria e poi in fisica. Aveva partecipato, ventenne, alla Resistenza e questo influirà sulle sue posizioni politiche. Fisico teorico di grande capacità, fu chiamato da Edoardo Amaldi a ricoprire la cattedra di Fisica Teorica a Roma a partire dal 1957. Intanto era entrato nel Partito Comunista alla fine degli anni ’40, ma ne fu espulso nel 1970 e contribuì a fondare il gruppo del Manifesto. Nel 1967 fece parte del Tribunale Russell sui diritti dell’uomo, visitando il Vietnam durante la guerra.
L’attività scientifica comunque proseguì durante tutti gli anni ’60. Nel 1960 fu l’unico teorico italiano invitato alla grande conferenza di Rochester negli Usa. A partire dagli anni ’70 si dedicò allo studio dei fondamenti della meccanica quantistica ottenendo un prestigioso riconoscimento dalla rivista Nature che nel 1983 gli dedicò un articolo. È stato vicepresidente della Società Italiana di Fisica, direttore dell’Istituto di Fisica di Roma, direttore del Seminario di Storia della Scienza della Facoltà di Scienze dell’Università la Sapienza (1987-1990), direttore del Cirms, il Centro Interdipartimentale di Ricerca in Metodologie delle Scienze, organismo della Sapienza a cui afferivano ricercatori delle più varie discipline (1993-1998). È stato pure direttore della rivista ”SE-Scienza Esperienza”. Cimi ha fatto parte del Consiglio Scientifico di Legambiente e tra le sue pubblicazioni su temi generali, si ricordano L’Ape e l’Architetto (1976) ripubblicato nel 2011, Un paradiso perduto (1994), Dialoghi di un cattivo maestro (2001), Il supermarket di Prometeo: la scienza nell’era dell’economia della conoscenza (2006). Ha ricevuto il premio Nonino 2004 “A un maestro italiano del nostro tempo”. Al termine della sua vita accademica Marcello Cini è stato nominato professore emerito.

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