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INGV: COMUNICATO al personale INGV 17 gennaio 2023

 

 

 

Il Tribunale di Roma dà ragione ai ricercatori dell’INGV e annulla il provvedimento disciplinare a loro carico

 

Nel comunicato del 27 settembre 2021 (1) vi abbiamo informato delle ingiuste azioni disciplinari intraprese dall’INGV nei confronti di cinque suoi ricercatori. Le sanzioni disciplinari che ne sono conseguite per quattro di loro sono state impugnate dai colleghi davanti al Tribunale del Lavoro di Roma nel febbraio successivo. Il 10 novembre scorso la 3° sezione del Tribunale di Roma ha emesso la sentenza n. 6373/2022 che accoglie pienamente le ragioni dei ricorrenti e dichiara la nullità dei provvedimenti disciplinari irrogati …”, condannando inoltre l’INGV al pagamento delle spese legali. La sentenza è di fatto definitiva non avendo l’INGV, a quanto ci risulta, ricorso in appello nei termini di legge.

In sintesi i fatti.

Con una lettera privata al Ministro Messa nel febbraio 2021 i ricercatori coinvolti (tutti Dirigenti di Ricerca di lungo corso) esprimevano le proprie opinioni sul rinnovo dell’incarico di presidente dell’INGV al Prof. Doglioni, il quale nell’aprile successivo, nominato nuovamente Presidente INGV, scriveva all’Ufficio Provvedimenti Disciplinari dell’ente chiedendo sanzioni disciplinari esemplari contro i cinque Dirigenti che, con la loro lettera al Ministro,  lo avrebbero diffamato ledendo anche l’immagine dell’INGV (peraltro non è mai stato chiarito come egli sia venuto in possesso della missiva, e per capirlo i Dirigenti hanno inviato alla Procura di Roma un esposto-denuncia nei confronti della Direzione Generale del Ministero).

A nostro avviso, come anche la conseguente sentenza del Tribunale a posteriori di fatto sostiene,  questa azione disciplinare si configurava come un palese esempio di ritorsione ed intimidazione.

Infatti i dipendenti in questione, giustamente preoccupati per l’immagine di un ente di ricerca prestigioso come l’INGV, esprimendo le loro perplessità tecnico-scientifiche, hanno fatto esattamente il loro dovere, rivolgendosi al Ministro che è l’autorità gerarchicamente al di sopra del Presidente. La sentenza tra l’altro sancisce che l’esercizio del diritto di critica nei confronti del datore di lavoro deve certamente rispettare il dovere di fedeltà, ma quest’ultimo non deve prevalere fino a determinare una sorta di “dovere di omertà”.

Nel confermare la nostra piena solidarietà e supporto ai colleghi che hanno subito un procedimento disciplinare infamante e che per due anni hanno subito azioni discriminanti quali l’estromissione da incarichi di responsabilità, da commissioni di concorso per i progetti da loro coordinati e relativo rallentamento della carriera non potendo, ad esempio, partecipare alle selezioni per Direttore di Dipartimento e Sezione, chiediamo con forza che l’INGV si attivi affinché:

  • i principi sacrosanti pronunciati nella sentenza del giudice Orrù vengano ‘incisi nella pietra’, perché in futuro non accadano più episodi di questo tipo;
  • questi stessi principi siano posti come linee-guida inderogabili nel nuovo Codice Disciplinare, la cui versione preliminare abbiamo fortemente criticato proprio in quanto lesiva dei diritti basilari sanciti dalla Costituzione oltre che dalle leggi vigenti: la libertà di espressione, di divulgazione delle proprie ricerche e soprattutto di dissenso;
  • siano compiuti tutti i passi necessari a ripristinare pubblicamente l’onorabilità dei colleghi ingiustamente sanzionati, con l’urgenza che il caso impone.

 

 

FGU Dipartimento Ricerca presso INGV

 

 

 

 

1) PROVVEDIMENTI DISCIPLINARI E LIBERTÀ DI RICERCA

 

 

 

 

 

http://

 

 

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FGU (Federazione Gilda UNAMS) – Dipartimento Ricerca

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