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COMUNICATO 17 luglio 2023 Firmata l’ipotesi di CCNL 2019-2021 del comparto Istruzione e Ricerca

 

 

 

Lo scorso venerdi è stato siglato l’ipotesi di accordo del CCNL 2019-2021 (1) che comprende i quattro settori: Scuola (circa un milione 145 mila addetti), Università e Ricerca (circa 77 mila addetti di cui due terzi nell’Università ed un terzo nella Ricerca) e AFAM (circa 10 mila addetti nelle accademie e conservatori ).

Dopo l’accordo sulla parte economica siglato lo scorso dicembre (2) che distribuiva circa il 96 % delle risorse per un aumento medio del 3.78 %  rimanevano da discutere alcuni punti fondamentali tra i quali la revisione dell’ordinamento del personale sostanzialmente fermo al DPR 171/1991. Come da noi sottolineato e ribadito in varie iniziative e manifestazioni non era possibile affrontare la riforma dell’ordinamento in mancanza dei fondi per la valorizzazione del personale per gli enti non vigilati dal MUR (3,4). Si è quindi convenuto di rinviare la discussione al prossimo autunno nella previsione che tali fondi vengano resi disponibili al più tardi con la prossima legge di bilancio.

Dobbiamo esprimere la nostra contrarietà per l’impossibilità di raggiungere una conclusione per gli altri due importanti argomenti della definizione degli aspetti contrattuali:

  • del nuovo contratto di ricerca che è stato introdotto lo scorso anno in occasione della “riforma del reclutamento” (5) che andrebbe a sostituire l’assegno di ricerca;
  • della nuova figura del Tecnologo a tempo indeterminato introdotto recentemente nell’Università che potrebbe avere, avendo la stessa denominazione nello stesso comparto di contrattazione, un impatto sulla figura del Tecnologo negli Enti pubblici di Ricerca.

Altro argomento che ci vede particolarmente critici è la non accettazione di un nostro emendamento all’art. 58 del CCNL del 21/02/2002 “Orario di lavoro dei Ricercatori e Tecnologi” che avrebbe chiarito la normativa sulla sicurezza sul lavoro nell’attività fuori sede aggiungendo quanto previsto in proposito dalla legge sul lavoro agile (n. 81/2017). L’ARAN ha invece preferito introdurre una normazione del lavoro agile anche per il personale Ricercatore e Tecnologo (art. 140 dell’ipotesi), istituto non adeguato per molte sue caratteristiche, tra le quali ad esempio l’introduzione della “contattabilità” a nostro avviso illegittima, alla tipologia professionale di queste categorie. L’opposizione dell’agenzia è, a nostro avviso, del tutto incomprensibile considerando che in passato l’argomentazione sulle difficoltà di applicazione dell’art. 58 per il lavoro fuori sede ha sempre riguardato le problematiche della sicurezza sul lavoro quando prestato in sedi non istituzionali. Tale normazione è comunque aggiuntiva e non sostitutiva delle modalità previste dall’art. 58 su citato.

Ci ripromettiamo alla riapertura delle trattative per le sequenze contrattuali programmata dall’ARAN per  il prossimo 7 settembre ( tre delle quali per il settore Università e Ricerca – punti e,f,g dell’art. 178 dell’ipotesi di accordo ) di continuare la nostra azione per promuovere il miglioramento delle condizioni di lavoro del personale degli Enti Pubblici di Ricerca.

 

 

Eleuterio Spiriti

(Coordinatore Generale FGU Dipartimento Ricerca)

 

 

 

1) Ipotesi di accordo CCNL 2019-2021 siglata il 14 luglio 2023

2) Comunicato 21 novembre 2022

3) Richiesta intervento 1 giugno 2023

4) Comunicato 9 maggio 2023

5) Lettera aperta alla Ministra dell’Università e della Ricerca ed ai Parlamentari del 30 maggio 2022

 

 

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FGU (Federazione Gilda UNAMS) – Dipartimento Ricerca

Via Tortona 16 – 00183 Roma,    tel. 06.7012666

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