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Comunicato del 5 aprile 2016 Ancora una volta le avide mani del CNR si allungano sui soldi per la ricerca per coprire il buco di bilancio di 19 milioni di euro!

Ancora una volta le avide mani dell’Amministrazione Centrale del CNR si allungano nelle casse degli Istituti per prelevare i fondi residui al fine di coprire, con soldi destinati alla ricerca e in larghissima parte provenienti da contratti di ricerca, il buco di bilancio 2015 che ammonta a oltre 19 milioni di euro!

In particolare, con provvedimento a firma del DG f.f. Massimiliano Di Bitetto (qui allegato), dal 31 marzo e fino a nuove disposizioni il CNR ha disposto il prelievo dei residui prevenienti dal 2011 ed anni precedenti relativamente a tutte le fonti di finanziamento (interne ed esterne) e dei residui provenienti da fonti interne (FOE) relative agli anni 2012, 2013. Tutte risorse che il CNR definisce “economie di spesa relativamente all’esercizio 2015” e quindi liberamente prelevabili dalle casse degli istituti.

I residui 2014 provenienti dal FOE sembra che siano stati bloccati “al solo fine di monitorare l’entità dei residui” e quindi potrebbero (bontà loro!) rientrare nella disponibilità degli istituti e dei suoi Ricercatori e Tecnologi.

È difficile mantenere la mente lucida davanti a quest’ennesimo atto di pirateria dell’Amministrazione Centrale del CNR che, ancora una volta, senza neanche darne comunicazione diretta ai veri interessati, ossia ai Ricercatori e Tecnologi dell’Ente (i più “fortunati” sono inciampati per caso in una anonima comunicazione sul sito Sigla, neppur priva di errori ortografici), vuole scaricare sulla rete di ricerca le sue responsabilità nella cattiva gestione delle risorse umane ed economiche e nella ancor più grave incapacità di controllo di gestione.

Credevamo, e speravamo, che i “nuovi” vertici del CNR volessero davvero imprimere una svolta nella gestione dell’Ente. Invece i soldi per la ricerca, faticosamente risparmiati dai Ricercatori e Tecnologi allo scopo di aggiornare i propri laboratori ed attrezzature (necessari per partecipare ai bandi competitivi), svolgere attività di ricerca “curiosity driven” (che l’Ente non vuole finanziare e che è propedeutica a qualsiasi ricerca applicativa) e avviare attività di ricerca su progetti finanziati da terzi nell’attesa che giungano i primi finanziamenti, ci vengono sottratti, oggi come nel passato più e meno recente.

Eppure, ci chiedono con insistenza di partecipare a bandi competitivi, di produrre di più e meglio per ben figurare nella VQR, di collaborare col mondo delle imprese per trasferire le nostre competenze, di collaborare con l’università nell’attività di alta formazione,…

Tanti milioni di euro in meno nelle casse degli Istituti causeranno una forte perdita di competitività. Temiamo che l’Amministrazione Centrale del CNR non abbia piena consapevolezza dell’enorme danno che sta per arrecare all’Ente e ai suoi Ricercatori e Tecnologi. E la cosa è di un’estrema gravità!

 

Gianpaolo Pulcini
Segretario Nazionale, Responsabile CNR

 

 

 

 

 

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