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Il riparto della quota premiale 2014 del FOE all’esame di Camera e Senato

È all’esame consultivo della VII Commissione della Camera e della 7a Commissione del Senato lo “Schema di decreto ministeriale per il riparto della quota del Fondo ordinario per gli enti e le istituzioni di ricerca per l’anno 2014 destinata al finanziamento premiale di specifici programmi e progetti” (Atto n. 286).

Alla Camera, nella seduta della VII Commissione del 5 aprile, il relatore Dallai (PD), illustrando puntualmente il provvedimento, ha rilevato una serie di incongruenze per le quali si rendono necessarie spiegazioni da parte del MIUR.

La quota del FOE per l’anno 2014, destinata al finanziamento premiale di specifici programmi e progetti, deve essere ripartita facendo riferimento ai risultati della VQR 2004-2010 e a specifici programmi e progetti, anche congiunti, proposti dagli enti, secondo criteri definiti con decreto del Ministro. Questi ultimi sono stati stabiliti in ultimo dal DM n. 543 del 2015 che, all’articolo 2, ha previsto che la ripartizione del 70% della quota premiale avvenga in base ai seguenti criteri:

  • gli esiti della VQR 2004-2010, basandosi principalmente sui prodotti attesi e indicatori di qualità della ricerca di Area e di struttura, tenendo conto del valore medio della quota premiale 2012 e 2013;

  • l’esclusivo riferimento al valore medio della quota premiale 2012 e 2013, qualora l’Ente non sia stato oggetto di VQR;

  • la suddivisione degli enti in 4 gruppi in base a consistenza e grandezza scientifica, tenendo conto del numero dei prodotti attesi per ciascun ente e del numero delle aree scientifiche in cui tali prodotti risultano presenti per ciascun ente.

Quanto alla restante quota del 30%, da destinare a programmi e progetti proposti dagli enti, l’art. 3 del DM n. 543 ha individuato gli ambiti ai quali dovevano preferibilmente riferirsi (quelli di Horizon 2020), mentre l’art. 4 ha specificato i parametri da considerare e i relativi punteggi: a) sviluppo delle competenze (max 30 punti), b) grado di coinvolgimento di soggetti pubblici e privati (max 30 punti), c) attrazione degli investimenti, impatto socio-economico, sostenibilità economico-finanziaria (max 25 punti), d) team di programma o progetto e governance (max 15 punti).

Il medesimo Decreto prevede poi che debba essere riservata particolare attenzione alla partecipazione ai progetti di soggetti di età inferiore a 35 anni e ad una significativa presenza di ricercatrici.

Quanto alla tempistica, gli enti dovevano presentare programmi e progetti entro il 5 settembre 2015, il Comitato di valutazione doveva concludere i lavori entro il 30 settembre 2015 e l’assegnazione delle quote del 30% e del 70% sarebbe dovuta avvenire entro il 30 ottobre 2015.

L’importo da ripartire per il 2014 è di 99.495.475 euro, pari al 6,9% delle assegnazioni ordinarie e al 5,7 per cento della disponibilità complessiva del FOE 2014, a fronte di una previsione normativa di almeno il 7% del FOE. Tale calcolo della quota premiale è stato giustificato dal MIUR con la necessità di contemperare le disposizioni relative alla sua assegnazione con le osservazioni formulate dalle Commissioni parlamentari sulla quota premiale 2013 che invitarono il Governo a far sì che la stessa quota fosse aggiuntiva rispetto al FOE, ma le disponibilità complessive di bilancio non hanno consentito di dare corso alla richiesta.

Per la ripartizione della quota del 70%, gli enti sono stati suddivisi nei 4 gruppi previsti. Il primo gruppo è costituito dal solo CNR, unico Ente che comprende tutte le aree disciplinari, al secondo gruppo afferiscono gli enti con un numero di prodotti attesi da 2000 a 6100, al terzo gli enti con un numero di prodotti attesi da 450 a 700, al quarto gli enti con un numero di prodotti attesi da 175 a 230. Un quinto gruppo è costituito da ulteriori 3 enti che hanno un numero di prodotti attesi inferiore a 19.

Come indicatore di qualità della ricerca di Area e di struttura è stato considerato l’indicatore ANVUR IRFS1, uno dei due indicatori finali di qualità della ricerca di struttura. I valori dell’indicatore riportati nei verbali del Comitato di valutazione non coincidono però con i valori presenti nel Rapporto finale ANVUR. Il relatore ha pertanto richiesto che il Governo giustifichi questa discrepanza.

Altre perplessità sorgono dalla presenza nel Rapporto finale dell’ANVUR dei valori del-l’IRFS1 per due dei tre enti inclusi nel quinto gruppo, mentre la relazione illustrativa del Decreto in esame afferma che, per gli enti ricompresi nel quinto gruppo, “in assenza di VQR”, non sono disponibili “indicatori specifici ANVUR.

Per quanto riguarda l’assegnazione della quota del 30%, dai verbali delle riunioni del Comitato di valutazione si desume che i 12 enti hanno proposto 20 progetti, di cui 15 – afferenti a 10 enti – ritenuti meritevoli di finanziamento premiale. Contrariamente però a quanto disposto dal DM 851 del 2014, l’INGV (oltre al progetto finanziato di cui risulta capofila) partecipa a quattro progetti finanziati, che fanno capo a INFN, CNR, INDAM, OGS.

Altre perplessità derivano dalle modalità di assegnazione del finanziamento, in quanto il finanziamento assegnato ad alcuni Enti non coincide, come invece avrebbe dovuto, con quanto derivante dalla riparametrazione del finanziamento richiesto. Inoltre, la somma dei finanziamenti riparametrati è superiore al finanziamento disponibile, pari a 29.848.643 euro.

Infine, né dai verbali del Comitato, né dalla tabella riassuntiva si evince in che modo sia stata valorizzata la partecipazione ai progetti di soggetti di età inferiore a 35 anni e la presenza significativa di ricercatrici.

Nella successiva seduta del 12 aprile, la sottosegretaria MIUR, Angela D’Onghia, ha chiesto più tempo per rispondere sulle questioni poste dal relatore.

La presidente della Commissione, Flavia Piccoli Nardelli, ha rinviato il seguito dell’esame al momento in cui il Governo fornirà le precisazioni richieste, chiedendo al contempo l’im-pegno da parte del Governo stesso a tener conto del parere della Commissione, anche nel caso in cui questo fosse espresso dopo il termine fissato al 21 aprile 2016.

Analoghe considerazioni sono state fatte dal relatore per la 7a Commissione del Senato, Franco Conte, nella seduta del 12 aprile. In particolare, il sen. Conte ha enfatizzato il disallineamento del Decreto in questione con l’anno di riferimento. Le sottolineature critiche del relatore sono state riprese nel dibattito svoltosi il 13 aprile, con richieste di chiarimenti avanzate al Governo da tutti gli intervenuti.

Il relatore ha preannunciato l’invio informale di una bozza di parere a tutti i componenti della Commissione, per pervenire ad un parere condiviso.

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