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Approvato (finalmente) il PNR 2015-2020

PNR approvato

Lo scorso 1° maggio, dopo più di due anni dal primo annuncio dell’allora ministro Carrozza, il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica (CIPE) ha finalmente approvato il Programma Nazionale per la Ricerca (PNR) per il periodo 2015-2020. Il Programma, che prevede investimenti complessivi nel primo triennio 2015-2017 pari a 2.428,60 milioni di euro, di cui quasi 2 miliardi sul bilancio del MIUR, è stato presentato il giorno dopo dal ministro Stefania Giannini con i presidenti del CNR e della CRUI, Massimo Inguscio e Gaetano Manfredi, e con il vicepresidente di Confindustria, Marco Gay.

Il Programma ha detto il Ministro è uno strumento strategico che abbiamo nelle mani per investire nel capitale umano”. Sono confermate le sei aree, già anticipate dal ministro nel corso dell’audizione del 30 marzo davanti alla 7a Commissione del Senato (vedi Newsletter 7/2016), in cui saranno concentrati i finanziamenti: il capitale umano (cui andrà il 42% delle risorse), le infrastrutture di ricerca (il 14%), la cooperazione pubblico-privato e la ricerca industriale (il 20%), la ricerca nel Mezzogiorno (il 18%), l’internazionalizzazione (il 5%) e, infine, la “quality spending” (efficacia e qualità della spesa, l’1%), come da tabella qui allegata.

Quattro, invece, le aree prioritarie di ricerca applicata (su 12 totali, tra le quali anche Chimica verde, Smart communities, Energia e Design) su cui punta il nuovo PNR: Aero-spazio, Agrifood, Salute e Industria 4.0.

Il nuovo PNR prevede il reclutamento di seimila giovani, fra dottorati e ricercatori, nel quinquennio del 2016-2020. “2.700 di questi giovani ha affermato il Ministro saranno presi già nel primo triennio”, mentre “entro l’estate di quest’anno usciranno i bandi per la creazione di queste nuove posizioni, per le quali la prima assegnazione delle risorse finanziarie avverrà in autunno”. Per le infrastrutture (57 sono le grandi infrastrutture oggi sul tavolo dei valutatori), i bandi usciranno dopo l’estate perché è necessario un raccordo con le Regioni e serve un passaggio con la Conferenza Stato-Regioni per poter elargire i primi fondi tra la fine del 2016 e l’inizio del 2017.

Abbiamo investito 1 miliardo e con la delibera CIPE di domenica ne abbiamo messi altri 500 milioni. Bastano? Forse no, ma è un primo passo”, ha sottolineato la Giannini. “Per la prima volta ha aggiunto la ministra vogliamo indirizzare i fondi della ricerca su settori strategici. Basta finanziamenti a pioggia o fondi a microprogetti senza benchmark e visione internazionale”. E infatti sono previsti “meccanismi di valutazione su tutte le misure di questo Piano, con panel di esperti nazionali e internazionali”.

Non tutti, però, condividono l’ottimismo e i toni entusiastici del Ministro. Infatti, questo PNR 2015-2020 è alimentato da risorse già previste nel PNR 2014-2020 che il governo Letta approvò (900 milioni all’anno per i sette anni del Programma, per un totale di 6,3 miliardi) e che non fu approvato dal CIPE per la successiva caduta del governo Letta. Il nuovo PNR, inoltre, non fa altro che reindirizzare risorse già previste nell’ambito della programmazione e della distribuzione dei fondi europei e nazionali: per arrivare poi ai 2,428 miliardi di euro del investiti nel triennio 2016-2018, è stato infatti “dirottato” mezzo miliardo dal Fondo per lo Sviluppo e la Coesione che va a finanziare programmi di attrazione dei ricercatori, infrastrutture e cooperazione pubblico-privato.

Quanto alle aree prioritarie di ricerca applicata sulle quali allocare una quota importante di risorse, spetta sicuramente al Governo la loro individuazione, che può essere o meno condivisa nel merito; preoccupa però la totale assenza di investimenti in aree di ricerca, quali ad esempio la previsione e prevenzione dei rischi naturali, che sono di assoluta rilevanza per la sicurezza e lo sviluppo sostenibile del nostro Paese.

Non bisogna poi dimenticare che questo PNR sarebbe dovuto partire nel 2014 (il precedente PNR copriva il triennio 2011-2013) e, pertanto, lo slittamento del nuovo PNR, che economicamente parte dal 2016, ha lasciato il biennio 2014-2015 privo di risorse aggiuntive ai fondi ordinari di finanziamento di università ed Enti!

 

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