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Asi: dal Cdm un ddl per l’economia dello spazio

ROMA, 20 giugno – Approvato oggi in Cdm un disegno di legge che regolamenta e punta a dare nuovo vigore all’economia dello spazio. Il testo introduce nell’ordinamento la definizione di “attività spaziale”, che ricomprende il lancio, la gestione in orbita e il rientro di oggetti spaziali ed ogni altra attività realizzata nello spazio extra-atmosferico, ivi compreso l’uso delle risorse naturali, e detta una complessiva regolamentazione dell’eterogenea e vasta attività imprenditoriale privata connessa all’esplorazione dello spazio, anche con espresso riferimento agli accordi internazionali sottoscritti e ratificati dall’Italia in materia.
In sintesi, il testo di legge mira a disciplinare: il regime autorizzatorio cui le attività spaziali private sono sottoposte; i requisiti di capacità tecnica e professionale che gli operatori devono possedere; la valutazione preventiva del rischio connesso all’attività autorizzata; il regime di assicurazione obbligatorio e la materia della responsabilità per danni causati dalle attività spaziali; misure di sostegno della space economy; gli appalti pubblici relativi al settore delle attività spaziali e delle tecnologie aerospaziali (mediante la previsione di un regime speciale).
Le nuove norme prevedono che tutte le attività spaziali condotte da operatori di qualsiasi nazionalità, nel territorio italiano, o da operatori nazionali, al di fuori del territorio italiano, debbano essere preventivamente autorizzate dall’Autorità responsabile (Presidente del Consiglio dei ministri o l’Autorità delegata alle politiche spaziali o aerospaziali), previa istruttoria dell’Agenzia spaziale italiana (Asi) e del Comitato interministeriale per le politiche relative allo spazio e alla ricerca aerospaziale (Comint), salvo che nel caso in cui l’attività sia munita di autorizzazione rilasciata da altro Stato e riconosciuta in Italia.
Si affida ad Asi la vigilanza sulle attività condotte da ciascun operatore spaziale, riconoscendo all’Agenzia l’accesso ai documenti e alle informazioni relativi all’attività spaziale autorizzata e all’oggetto spaziale eventualmente lanciato nell’ambito di tale attività. Gli operatori spaziali e i proprietari che non forniscano le informazioni o i documenti richiesti o che non adottino le misure necessarie a consentire le ispezioni, ostacolando l’attività di vigilanza dell’Asi, sono sottoposti a sanzione amministrativa pecuniaria da 150mila a 500mila euro. Si introduce una nuova ipotesi di reato (reclusione da 3 a 6 anni e multa da 20mila a 50mila euro) consistente nel fatto dell’operatore che eserciti un’attività spaziale senza aver conseguito l’autorizzazione o successivamente alla scadenza della stessa.
Tra le altre norme, gli oggetti spaziali rispetto ai quali l’Italia risulti unico Stato di lancio sono immatricolati nel registro nazionale di immatricolazione degli oggetti lanciati nello spazio extra-atmosferico. Si prevede un registro complementare per iscrivere gli oggetti spaziali non immatricolati in Italia di cui un operatore di nazionalità italiana acquisisca la gestione o proprietà in orbita o su un corpo celeste.

 

Il sito di Asi:
https://www.asi.it/

 

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