News 

Brevetti: arriva in Parlamento la riforma del Codice di proprietà intellettuale

ROMA, 14 aprile – Ora toccherà al Parlamento discutere il nuovo Codice di proprietà industriale, approvato pochi giorni fa dal Consiglio dei ministri. Si tratta di un intervento normativo organico a tutela della proprietà industriale che mira a rafforzare la competitività tecnologica e digitale delle imprese e dei centri di ricerca nazionali, facilitando e valorizzando la conoscenza, l’uso e la diffusione del sistema di protezione di brevetti al fine di incentivare gli investimenti e il trasferimento tecnologico delle invenzioni dal mondo della ricerca a quello produttivo.
Il Ddl si inquadra all’interno del Piano strategico di riforma del sistema della proprietà industriale, definito dal Ministero dello sviluppo economico lo scorso giugno, dopo una apposita consultazione pubblica, e per la cui realizzazione sono stati anche destinati 30 milioni di euro dal Pnrr.
Tra le novità introdotte con la revisione del Codice, una maggiore semplificazione e digitalizzazione nelle procedure amministrative dinanzi all’Uibm (Ufficio italiano brevetti e marchi), la protezione temporanea di disegni e modelli nell’ambito delle fiere, la possibilità di posticipare il pagamento delle tasse brevettuali riconoscendo la protezione fin dalla data di presentazione della domanda, il rafforzamento del controllo preventivo sulle domande di brevetto utili per la difesa dello Stato e infine un potenziamento della tutela delle indicazioni geografiche e denominazioni di origine dei prodotti rispetto a fenomeni imitativi.
Ma soprattutto le università saranno protagoniste dello sfruttamento economico delle invenzioni realizzate da ricercatori e professori: toccherà agli enti e non più agli autori, infatti, incoraggiare la registrazione dei brevetti e fare scouting sulle aziende interessate a realizzarne la produzione. Viene dunque meno il cosiddetto “professor priviledge”, ossia la prerogativa degli studiosi sullo sfruttamento economico delle invenzioni realizzate nell’ambito del loro rapporto con enti e università. Una modifica che piace ovviamente ad atenei e aziende, meno ai ricercatori che temono la deriva di uno sfruttamento industriale sempre più lontano dagli obiettivi di una ricerca come promozione del sapere.

Per approfondire
https://uibm.mise.gov.it/index.php/it/approvato-ddl-su-codice-proprieta-industriale

Related posts

Leave a Comment

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: