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CNR Comunicato del 22 novembre 2021 Attività fuori sede a casa per i R&T: chi davvero si oppone?

 

 

La FGU-DR-ANPRI da sempre si impegna affinché il CNR riconosca ai suoi R&T (così come da tanti anni fa l’INFN) il diritto di svolgere l’attività fuori sede anche presso la propria abitazione.

Tale diritto è sancito sia dall’art. 58, comma 3, del CCNL 2002, ove nessuna restrizione è posta sul dove e sul quando l’attività fuori sede possa essere svolta, sia dall’art. 80, comma 3, del CCNL 2018 che, nello stabilire che i R&T “rappresentano figure professionali dotate di autonomia e responsabilità nell’espletamento della loro attività di ricerca, riconosce ai R&T il diritto di decidere in piena autonomia come, quando e dove espletare la propria attività di ricerca.

A seguito del Decreto Brunetta che ha imposto il rientro in presenza al 100% dal 2 novembre (ad esclusione di specifiche tipologie di personale) e data la crescita del numero di contagi che si sta registrando in Italia dalla seconda metà di ottobre, la FGU-DR-ANPRI ha subito chiesto al CNR di consentire ai R&T di svolgere l’attività fuori sede anche presso la propria abitazione, anche al fine di ridurre il numero di personale in presenza nelle varie sedi ed abbassare quindi le probabilità di contagio da Covid-19.

La richiesta e le argomentazioni della FGU-DR-ANPRI hanno fatto breccia nell’Amministrazione tant’è che il 30 ottobre il CNR inviava alla FGU-DR-ANPRI, alle altre OO.SS. e alla Cabina di regia una bozza di “disposizione emergenziale” nella quale “si dispone, in via temporanea, quale misura di contenimento dell’emergenza epidemiologica, che i dipendenti con il profilo di ricercatore e con profilo di tecnologo, possano svolgere la prestazione lavorativa presso il proprio domicilio o residenza previa comunicazione. Su tale bozza avevano già espresso verbalmente il loro consenso sia il DG che il Direttore Centrale alla Gestione delle Risorse.

La FGU-DR-ANPRI, pur ribadendo che il diritto sancito dalla normativa contrattuale non era confinabile all’emergenza epidemiologica, esprimeva il suo apprezzamento per l’iniziativa dell’Ente. A ruota seguiva una email della CGIL che riteneva la nota un riconoscimento alla modalità lavorativa dei R&T e chiedeva di predisporre nel più breve tempo possibile un regolamento sul lavoro agile non emergenziale per tutto il personale. Richiesta prontamente accolta dal CNR in una successiva bozza della Nota su cui la FGU-DR-ANPRI non ha sollevato alcuna obiezione. Anche la Cabina di regia si esprimeva favorevolmente, ritenendo la nota un contributo importante all’aumento della sicurezza nelle sedi dell’Ente.

Non sappiamo, invece, se e come si siano espresse le altre OO.SS., dato che non ci è arrivata neanche una email della CISL e della UIL contenente loro pareri e/o proposte.

Sta di fatto che, dopo 20 giorni circa dall’invio della bozza di nota, l’iniziativa sembra essere naufragata senza che ci siano state fornite le motivazioni.

Improvviso ripensamento del Direttore Generale? Molto difficile da ipotizzare, specie perché ci  sarebbe stata comunicata.

Cosa allora ha bloccato l’emissione della nota? Non lo sappiamo con certezza ma, ovviamente, una spiegazione ce la sappiamo dare. Preferiamo però che sia chi ci legge a darne liberamente una plausibile spiegazione.

 

Gianpaolo Pulcini

Responsabile Nazionale FGU-DR-ANPRI CNR

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One Thought to “CNR Comunicato del 22 novembre 2021 Attività fuori sede a casa per i R&T: chi davvero si oppone?”

  1. […] delle prerogative contrattuali dei R&T, ha sottolineato, ancora una volta (si veda in ultimo il Comunicato del 22 novembre 2021), che il lavoro agile non può sostituire in alcun modo la norma contrattuale riguardante […]

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