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CNR Comunicato del 25 febbraio 2022 Progetti PNRR: gestione verticistica e poco trasparente. Necessario cambiare per una ricerca più equa e meno divisiva.

 

 

Lo scorso 19 febbraio la senatrice a vita Elena Cattaneo ha espresso in modo chiaro le proprie perplessità sulla gestione dei bandi di partenariato nell’ambito del PNRR in un articolo pubblicato dal quotidiano Il Messaggero. In particolare, la Senatrice ha denunciato mancanza di trasparenza e gestione verticistica nella selezione delle proposte di ricerca.

Inoltre, la Senatrice ha criticato la possibilità data ad ogni Ente di partecipare soltanto ad una proposta per ciascuna tematica. Da questa regola consegue facilmente che le linee scelte da ogni singolo Ente siano determinate in modo verticistico, escludendo di conseguenza tutti i ricercatori esperti in altri settori dalla partecipazione al bando.

La FGU-DR-ANPRI condivide le preoccupazioni e le critiche al sistema esposte dalla senatrice Cattaneo, ritenendo che il sistema adoperato per la partecipazione ai bandi non corrisponda alle necessità di rilancio della ricerca in Italia e non garantisca che le idee migliori, e coloro che le propongano, possano essere valorizzati.

La scarsa efficacia di questo sistema si è peraltro evidenziata già dal 2011 in occasione di cosiddetti Progetti Bandiera.

La causa che ha determinato il PNRR, rendendo disponibile una quantità considerevole di denaro, rende ragionevole la scelta di dare priorità a settori che in questa fase particolare sono nevralgici per lo sviluppo del Paese. Ciononostante, riteniamo che destinare tutte le risorse esclusivamente per bandi di elevato target economico, strutturati con una forte connotazione competitiva, rischi di portare a risultati che non avranno spinta propulsiva per futuri sviluppi, anche nell’ipotesi in cui si raggiungano gli obiettivi perseguiti. Bisogna dunque far sì che una parte delle risorse previste per i “Partenariati” sia impiegata per un bando apposito che preveda il finanziamento di progetti di ricerca di “piccola taglia”, non rigidamente orientati verso i settori strategici prioritari, destinati a singoli Ricercatori e Tecnologi o piccoli gruppi di ricerca. L’accesso alle risorse di questo bando dovrà guardare al merito delle proposte ed alla coerenza delle competenze dimostrate dai proponenti. I risultati che saranno ottenuti dovranno servire a sostenere la continuità della ripresa del Paese nel futuro successivo al termine del PNRR nel 2026.

Il percorso delineato fornirà anche la possibilità di sperimentare un “sistema di finanziamento ordinario” per fornire, una volta per tutte, a ciascun Ricercatore e Tecnologo una quota annua di finanziamento tale da permettergli di condurre con continuità il proprio lavoro in modo efficace, come più volte richiesto da FGU-DR-ANPRI, così come avviene per i ricercatori di altri Enti internazionali, di missione e dimensione analoghe al CNR, nei quali i ricercatori ricevono un budget pro capite decisamente più alto rispetto a quelli destinato ai R&T del CNR.

Altrettanto importante è agire rapidamente sugli altri aspetti che, come è verificabile, inibiscono un dispiegamento ottimale delle competenze e dell’entusiasmo che potrebbe generare il capitale umano dell’Ente. Ci riferiamo ai criteri di valutazione che scoraggiano, nella sostanza, la collaborazione tra R&T dello stesso Ente e non favoriscono una collaborazione su base paritaria dei R&T dell’Ente con quelli di altre istituzioni di ricerca.

Per un Ente che, come il CNR, fa della sua forte connotazione multi-disciplinare un suo punto di forza, non può che essere consequenziale una convinta valorizzazione della collaborazione fra colleghi dotati di varie competenze, ben difficilmente favorita da una competizione interna così spinta.

È quindi essenziale, per il successo del PNRR, un deciso cambiamento di tendenza nella gestione dei bandi, che consenta una partecipazione quanto più possibile ampia e responsabilizzata alla  definizione esecutiva dei progetti di ricerca e una distribuzione, seppur residuale, di risorse a tutta la comunità scientifica dell’Ente, specie a quanti restano esclusi, non per proprio demerito, dalla partecipazione attiva nei progetti.

 

Gianpaolo Pulcini

Responsabile Nazionale FGU-DR-ANPRI CNR

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