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Comunicato 15 giugno 2017: Il MIUR e le OO.SS. avviano un confronto sulle Linee di Indirizzo CCNL Istruzione e Ricerca

Anticipando l’avvio delle trattative per la definizione del primo CCNL del nuovo comparto Istruzione e Ricerca, si è svolto ieri al MIUR un incontro tra la Ministra Fedeli e le OO.SS. rappresentative, tra cui la Federazione FGU-UNAMS della cui delegazione faceva parte il Segretario generale dell’ANPRI che ricopre anche il ruolo di coordinatore generale di FGU-Dipartimento Ricerca.

In vista della predisposizione dell’atto di indirizzo che il MIUR dovrà inviare all’ARAN per l’apertura delle trattative, la Ministra ha proposto ai sindacati di avviare da subito un confronto serrato sulle principali tematiche che il CCNL dovrà affrontare, con incontri settimanali che si concluderanno entro la prima settimana di luglio.

Tutte le OO.SS. hanno espresso apprezzamento per la volontà della Ministra di coinvolgere le rappresentanze dei lavoratori del comparto nella predisposizione dell’atto di indirizzo e  hanno dato ampia disponibilità a partecipare ai quattro “tavoli tecnici”, uno per ogni sezione contrattuale (Scuola, Università, AFAM e Ricerca) che sono stati proposti dal Ministero.

A partire dalla prossima settimana, quindi, i tavoli si riuniranno a cadenza settimanale per discutere le linee di indirizzo che il MIUR darà all’ARAN per il nuovo CCNL, sia quelle attinenti alle tematiche “comuni” sia quelle relative alle diverse specificità dei settori.

Per il settore Ricerca, qualunque sia l’esito di questo confronto, sarà comunque necessario anche l’Atto di indirizzo dell’ex comitato di settore degli EPR e quindi il coinvolgimento degli altri Ministeri vigilanti. Tuttavia, l’iniziativa del MIUR rappresenta senza dubbio un primo passo concreto per uscire dallo stallo e cominciare ad affrontare i tanti problemi che il lungo blocco della contrattazione ha accumulato in questi anni.

FGU-Dipartimento Ricerca parteciperà al tavolo del settore Ricerca per salvaguardare e valorizzare la specificità del personale degli EPR e il mantenimento di una distinta disciplina per i Ricercatori e Tecnologi.

 

FGU- Dipartimento Ricerca

Sezione ANPRI

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2 Thoughts to “Comunicato 15 giugno 2017: Il MIUR e le OO.SS. avviano un confronto sulle Linee di Indirizzo CCNL Istruzione e Ricerca”

  1. Lorena

    Sarebbe forse utile che l’ANPRI mostrasse a chi deve stendere l’atto di indirizzo, cifre alla mano, quale abisso ci sia tra gli stipendi dei ricercatori degli EPR e quelli dei colleghi europei, soprattutto al livello iniziale di ricercatore, e quanto ridotte siano, sempre dati alla mano, le possibilita’ di carriera (anche se sul tema delle opportunita’ di carriera l’ANPRI ha dato l’impressione, negli ultimi mesi, di un interesse decrescente).
    Per non parlare poi del fatto che il personale tecnico/amministrativo percepisce, sommando indennita’ varie, stipendi maggiori dei ricercatori/tecnologi; ma questo forse non si puo’ dire, considerata la provenienza dell’attuale titolare del MIUR…

  2. Claudia

    Purtroppo non c’e’ molto da sperare. L’indirizzo politico abbastanza prevalente e’ quello di depotenziare il ruolo degli EPR. In questo senso le richieste dei sindacati confederali, che chiedono una nuova mega-stabilizzazione, non fa che agevolare questo percorso di assimilazione degli EPR al resto della pubblica amministrazione e di allontanamento dalle Universita’. In questo contesto il ruolo dei ricercatori e’ del tutto ininfluente (ed anzi, da depotenziare).
    Il ministro Fedeli (vedi le sue dichiarazioni sugli stipendi degli insegnanti e quelle sugli scatti stipendiali dei docenti universitari) non ha nessuna intenzione di rivalutare il ruolo dei ricercatori pubblici.
    Il destino degli EPR e di chi ci lavora e’ ormai abbastanza segnato: un lento declino della ricerca e delle condizioni di lavoro di ricercatori e tecnologi, soprattutto di chi, magari perche’ piu’ giovane ed entrato negli ultimi 10-15 anni, e’ costretto a rimanere al livello iniziale per tutta la sua vita lavorativa (ammesso che non voglia andare all’estero, come stanno facendo in tanti). Il tutto nell’indifferenza dei vertici (quanto rappresentativi?) degli EPR, che non a caso sul problema degli stipendi dei ricercatori e delle loro carriere non si sono mai pronunciati.

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