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COMUNICATO 21 novembre 2022   Primo concreto ed importante passo per il rinnovo del CCNL del comparto Istruzione e Ricerca (triennio 2019-2021), ma i conti non tornano per Ricercatori e Tecnologi

 

Venerdì 11 novembre scorso si è svolto, in maniera improvvisa ed in parte rocambolesca, l’incontro per la firma di una ipotesi di accordo sulla parte economica del contratto per il triennio 2019-2021 (1). L’accordo prevede un aumento lordo del 3,78 % così come definito dai finanziamenti delle leggi di Bilancio relative al triennio. L’intesa, firmata da tutte le sigle sindacali, è nata da una iniziativa politica del Ministro dell’Istruzione e del Merito, Prof. G. Valditara, che in un incontro “politico” con tutte le sigle sindacali, svoltosi il giorno precedente, ha proposto un accordo stralcio in cui assegnare il 95 % delle risorse disponibili per il rinnovo contrattuale in maniera che siano disponibili ai lavoratori del comparto entro il prossimo Natale, sia per quanto riguarda gli aumenti che i relativi arretrati. Tale accordo lascia alla fase di trattativa successiva la definizione della parte normativa e di riforma dell’ordinamento su cui si è avviata la discussione da tempo e come da noi riportato in precedenti comunicati (2,3). L’ARAN, al termine della riunione, ha preannunciato la data del prossimo incontro di trattativa per la Sezione Ricerca del CCNL per il  23 novembre prossimo.

Auspichiamo, ora che la principale urgenza di distribuire le risorse già previste è stata assolta, che questi argomenti si possano affrontare con la dovuta serenità, approfondimento e visione complessiva della situazione degli Enti Pubblici di Ricerca (EPR).

Nell’ottica appena introdotta, riteniamo molto importante presentare una disamina del fondamentale problema dell’evoluzione delle retribuzioni del personale degli EPR a partire dall’importante accordo per il triennio 1988-1990, poi recepito nel DPR 171/91, in cui fu fissato l’ordinamento del personale degli EPR – attualmente in vigore – e si definirono le relative retribuzioni. Questa evoluzione delle retribuzioni si dipana, nel corso dei successivi 31 anni, in sei tornate contrattuali, di cui l’ultima è l’ipotesi di accordo siglata la scorsa settimana.

L’andamento delle retribuzioni tabellari previste nei vari contratti evidenzia l’incremento più marcato nel periodo 2000-2005. E’ da sottolineare come tale incremento sia particolarmente più accentuato per i liv. IV-VIII rispetto a quello dei tre livelli di Ricercatore e Tecnologo. Da considerare che, per quanto riguarda le retribuzioni dei livelli IV-VIII, non sono stati considerati l’abolizione dei livelli IX e X ( con il relativo passaggio del personale coinvolto all’VIII livello ) e le progressioni orizzontali all’interno del livello che contribuiscono al livello retributivo complessivo.

 

 

 

L’andamento è ancora più chiaro se si considerano gli incrementi percentuali cumulati dai vari contratti. Mentre per i Ricercatori e Tecnologi l’incremento cumulativo massimo al 2022 arriva intorno al 200 % per i rimanenti livelli del personale  l’analogo valore raggiunge circa il 300 % di aumento rispetto allo stipendio nominale previsto nel DPR171/91.

 

Questa semplice analisi mostra l’effetto dell’appiattimento dei livelli retributivi complessivi, intesi come rapporto tra la retribuzione tabellare massima ( Ricercatore o Tecnologo di I livello al livello tabellare apicale ) e quella minima ( personale inquadrato nell’VIII livello ) che passa da un fattore 9, che si aveva nel 1991, ad un fattore leggermente inferiore a 5 come registrato nell’ultimo CCNL del 2022 siglato da pochi giorni. Il contributo fondamentale a questa rilevante diminuzione è dato dall’appiattimento dall’andamento delle retribuzioni dei Ricercatori e Tecnologi per i quali il rapporto tra massima e minima retribuzione tabellare è passata da un fattore 4,5 (nel 1991) ad uno di circa 3,0 (nel 2022). Quasi stabile, invece l’analogo rapporto per il rimanente personale, che è passato da un fattore 1,8 (nel 1991) ad un fattore circa 1,4 (nel 2022).

 

 

 

Quali conclusioni

 

E’, a nostro avviso, evidente che tali andamenti retributivi hanno indiscutibilmente penalizzato la professione del Ricercatore e Tecnologo negli EPR contribuendo a ridurre la considerazione e l’interesse a dedicarsi a questa professione. Sono anche la prova che in questi ultimi 30 anni non c’è stata alcuna vera valorizzazione del personale Ricercatore e Tecnologo, bensì il suo opposto. Questo quando, contemporaneamente, abbiamo dovuto affrontare continue battaglie sia per il mantenimento di quelle prerogative e diritti riconosciuti a Ricercatori e Tecnologi nel CCNL del 1998 stipulato nell’Area della dirigenza (da allora continuamente messi in discussione) che per il riconoscimento di diritti di autonomia e di autogoverno sanciti dalla Carta europea dei ricercatori (4) ma che nel nostro paese sono ancora largamente ignorati.

Gli aspetti retributivi non rappresentano certamente l’unico stimolo a svolgere la professione del ricercatore negli Enti pubblici di ricerca italiani ma, se alla constatazione che nella maggior parte dei paesi europei i Ricercatori e Tecnologi hanno condizioni economiche di gran lunga migliori rispetto a quelle italiane aggiungiamo una quasi nulla autonomia di spesa, forme pressoché inesistenti di autogoverno e ridottissima capacità di partecipare alle scelte strategiche del proprio Ente, non ci si può stupire della continua fuga dei cervelli dall’Italia e contemporaneamente dell’incapacità degli EPR di attirare cervelli dall’estero. A questo proposito viene naturale una constatazione più che consolidata: i dati dimostrano che ormai stabilmente, in genere, i due terzi dei vincitori di nazionalità italiana dei bandi dell’European Research Council operano all’estero mentre, al contempo, praticamente nessun vincitore straniero decide di operare negli Enti di Ricerca pubblici italiani.

 

Auspichiamo fortemente che i decisori politici prendano in considerazione questi elementi per un rilancio del ruolo della ricerca pubblica anche dal punto di vista del riconoscimento retributivo.

 

 

 

 

Eleuterio Spiriti

(Segretario Generale FGU Dipartimento Ricerca Sezione ANPRI)

 

 

 

 

 

 

  1. CCNL ISTRUZIONE E RICERCA 201-2021- FIRMATA IPOTESI DI CCNL SUI PRINCIPALI ASPETTI DEL TRATTAMENTO ECONOMICO
  2. COMUNICATO 30 SETTEMBRE 2022   L’ARAN CONVOCA IL TAVOLO DI TRATTATIVA SPECIFICO DEL SETTORE RICERCA PER IL RINNOVO DEL CCNL DEL COMPARTO ISTRUZIONE E RICERCA (TRIENNIO 2019-2021)
  3. COMUNICATO 14 OTTOBRE 2022   SINTESI DELL’INCONTRO ALL’ARAN SULL’ORDINAMENTO DEL PERSONALE SPECIFICO DEL SETTORE RICERCA DA INSERIRE NEL CCNL DEL COMPARTO ISTRUZIONE E RICERCA (TRIENNIO 2019-2021)
  4. Carta europea dei ricercatori

 

 

 

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