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Comunicato ANPRI-FGU INFN 17 novembre 2017: Luce verde sul salario accessorio ma nessuna stabilizzazione per i ricercatori e tecnologi

Nella riunione di trattativa con l’INFN del 15 novembre scorso sono stati discussi due punti principali: l’accordo sul salario accessorio dei Ricercatori e Tecnologi e il programma di fabbisogno di personale che l’ente prevede per il Piano Triennale 2018-20. Data la rilevanza degli argomenti l’ANPRI-FGU INFN ritiene di darne rapidamente un sunto che si riserva di approfondire in seguito.

 

Salario accessorio personale Ricercatore e Tecnologo

E’ finalmente arrivata la risposta del MEF che autorizza l’INFN alla firma dell’accordo definitivo sul salario accessorio dei Ricercatori e Tecnologi sottoscritto il 22 maggio scorso. L’accordo prevede la costituzione del fondo del salario accessorio per il triennio 2014-16 secondo quanto previsto dal contratto vigente per un ammontare di circa 3 milioni di euro annui. Tale cifra è già stata erogata in parte per le varie indennità di responsabilità previste dal contratto (che comprende le indennità di valorizzazione professionale e per oneri specifici) e include la distribuzione a tutto il personale dei primi tre livelli delle economie di circa 800 mila euro l’anno realizzate principalmente grazie alla correzione della copertura delle indennità di responsabilità ex art. 22 DPR 171. L’Ente si è impegnato a corrispondere al personale la somma relativa al trienno come premialità collettiva nel mese di febbraio 2018.

L’ANPRI che si è fatta promotore del riconoscimento dell’impegno del personale I-III fin dal 22 dicembre 2015 (vedi Comunicato) saluta con grande favore questo risultato. Al tempo stesso auspica che l’Ente mostri la necessaria disponibilità affinché nel prossimo accordo sul salario accessorio per l’anno 2017 si preveda una indennità specifica che renda stabile questo riconoscimento economico per il personale.

 

Fabbisogno previsto del personale per il piano triennale 2018-2020

Nell’ultimo consiglio direttivo del 2017 l’INFN dovrà approvare il piano triennale 2018-20. Dopo molti anni di blocco del turn-over, l’incremento del personale iniziato nel corso del 2017 continuerà. La programmazione del personale prevede:

  • La regolarizzazione del personale a tempo determinato nei vari profili;
  • Le nuove posizioni a tempo indeterminato suddivise per le varie tipologie di personale;
  • Gli avanzamenti di carriera per i primi tre livelli e per i livelli dal quarto all’ottavo contrattualmente differenziate nelle procedure relative;

Il d.lgs. 75/2017 (legge Madia sulle stabilizzazioni) prevede per gli Enti di ricerca la possibilità di stabilizzare il personale a tempo determinato che ha determinati requisiti. Nell’INFN si tratta di: 19 ricercatori, 60 tecnologi e 90 posizioni di personale tecnico ed amministrativo.

La posizione dell’Ente prevede i) la stabilizzazione di tutti i tecnici ed amministrativi che hanno i requisiti relativi, ii) nessuna stabilizzazione per i ricercatori ed iii) una ricognizione delle esigenze delle varie strutture che ha portato alla definizione delle posizioni da bandire nel 2018 per il personale tecnologo.

Le proposte, preliminari, portate dall’Ente al tavolo di trattativa prevedono:

  • Per i ricercatori, le nuove eventuali posizioni che saranno previste nella legge di bilancio in corso di approvazione al Parlamento, che dovrebbero essere in numero analogo alle 73 posizioni assunte nel 2017.
  • Per i tecnologi si prevedono nel 2018: 43 posizioni da tecnologo e la conclusione dei 12 concorsi già avviati, oltre a una posizione da primo tecnologo e una da dirigente tecnologo.
  • Per il personale tecnico ed amministrativo l’Ente si è impegnato alla stabilizzazione delle 90 posizioni che hanno i requisiti necessari secondo il d.lgs. 75/2017. Queste potrebbero essere suddivise in due fasi temporali: una prima al 1 gennaio 2018 per circa 60 posizioni già previste nel piano triennale in vigore e la seconda per le posizioni rimanenti appena il nuovo piano triennale verrà approvato nei primi mesi del 2018.

In ogni caso l’Ente si impegna a prorogare tutti i contratti a tempo determinato fino alla realizzazione della stabilizzazione o dei concorsi previsti.

Per gli avanzamenti di carriera per i primi tre livelli l’Ente aveva programmato 25 posizioni da primo tecnologo e 12 da dirigente tecnologo per il 2017. A causa del ritardo nella definizione del disciplinare dei concorsi queste posizioni sono riportate al 2018.

Inoltre l’Ente prevede di bandire 30 posizioni di primo ricercatore e 20 di dirigente di ricerca durante il 2018.

Per il personale tecnico ed amministrativo, in attesa da molti anni dei concorsi art. 54, la situazione è ancora bloccata a causa dei vincoli normativi che limitano le disponibilità economiche nel salario accessorio. C’è in particolare il vincolo di poter utilizzare solo i risparmi derivanti dalle cessazioni dal servizio del personale precedentemente vincitore dei concorsi art. 54 che assomma a circa 240 mila euro e che consentirebbe quindi un numero assolutamente inadeguato di posizioni da bandire.

L’ANPRI ha sostenuto fin dall’inizio che la decisione di applicare la legge Madia solo al personale IV-VIII sarà senz’altro considerata come una grave discriminazione dal personale ricercatore e tecnologo a tempo determinato che in molti casi ha anzianità di contratti a termine che supera i 10 anni. In tali circostanze è oggettivamente difficile sostenere che questo personale svolge attività di interesse solo temporaneo per l’Ente!  Va in generale stigmatizzato l’uso distorto che frequentemente viene fatto dei contratti precari per svolgere attività istituzionali dell’Ente oltre all’attività strettamente connessa ai progetti finanziati da fondi esterni specifici per cui essi sono stati introdotti.

Sia pur dando un’opinione negativa della posizione assunta dall’Ente rispetto alla stabilizzazione dei primi tre livelli che hanno i requisiti, l’ANPRI ha comunque  continuato a discutere con la delegazione dell’Ente per cercare la soluzione più costruttiva possibile per la regolarizzazione del personale a tempo determinato. In particolare per cercare di evitare il perpetuarsi della problematica del precariato.

 

La delegazione ANPRI-FGU INFN

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2 Thoughts to “Comunicato ANPRI-FGU INFN 17 novembre 2017: Luce verde sul salario accessorio ma nessuna stabilizzazione per i ricercatori e tecnologi”

  1. Jacopo

    La posizione dell’INFN sulle stabilizzazioni, per quanto possa a prima vista sembrare sgradevole, appare la più seria: fare come sta facendo il CNR, senza distinguere tra ricercatori e tecnici/amministrativi, porta implicitamente ad una ulteriore dequalificazione dell’Ente. Non ci si lamenti poi se il ruolo del ricercatore viene progressivamente delegittimato, anche in termini di stipendio. Una posizione seria sarebbe quella di chiedere un numero certo (e congruo) di concorsi per i prossimi N anni, accompagnati da un serio piano di progressioni di carriera per evitare che, come di fatto è, il CNR si trasformi in un impiegatificio dove si viene parcheggiati (come sottolinea anche la Corte dei Conti).

  2. carlo

    Sono d’accordo sul fatto che sia molto piu’ serio attingere da concorsi e graduatorie.

    Non mi piace pero’ che il cuore dell’ente di RICERCA, ossia i RICERCATORI, abbia vita molto piu’ dura delle altre categorie, senza certezze e senza una politica seria di stabilizzazione. Mentre per amministrativi etc e’ tutto piu’ semplice.

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