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Comunicato del 18 settembre 2020 Verifica delle attività Smart Working: le richieste del Presidente non convincono

Il 15 settembre scorso il Presidente della SZN ha inviato ai Ricercatori e Tecnologi dell’Ente la richiesta di inviare, entro fine settembre, l’elenco completo dei prodotti della ricerca concretizzati nel semestre marzo – settembre 2020, con particolare riferimento alle pubblicazioni scientifiche e revisioni di precedenti sottomissioni inviate alle riviste, ai lavori in bozza, in stampa e corretti, e ai rapporti tecnico/scientifici o deliverable prodotti nell’ambito di progetti dell’Ente. È chiesto altresì di indicare la data di invio dei suddetti prodotti e di ogni altro documento di natura scientifica prodotto durante il semestre di Smart Working, allegandone anche la copia pdf.

Tale richiesta non è però accompagnata da alcun riferimento normativo, contrattuale o regolamentario che ne giustifichi palesemente la richiesta.

Anzi, dato che molti dei documenti richiesti sono prodotti dell’attività di ricerca dei singoli R&T, la richiesta del Presidente sembra propedeutica ad una valutazione della performance dei R&T, valutazione che, come ben noto, è normata dal DPCM del 26 gennaio 2011 il quale, al Titolo IV, ha demandato all’ANVUR, d’intesa con la CIVIT (ora ANAC), il compito di individuare specifici obiettivi, indicatori e standard, nonché le modalità per assicurare il ciclo della gestione della performance dei R&T, individuazione che non è ancora avvenuta. Nessuna valutazione della performance dei R&T può quindi essere condotta dal Presidente di un Ente di Ricerca, né da altri, nelle more che si completi l’iter previsto dal suddetto DPCM, ancor più se si considera l’esiguità del periodo (un solo semestre!) in esame.  

Anche l’ipotesi che si intenda effettuare un “semplice” monitoraggio dell’attività svolta dai R&T non sembra trovare appigli normativi; anzi, esso si prefigurerebbe in contrasto con l’art. 15, comma 2, del d.lgs. n. 165/2001, nonché con l’art 80, comma 5, del CCNL del 2018 che stabilisce che “il personale ricercatore e tecnologo non può essere gerarchicamente subordinato alla dirigenza di cui all’art. 19 del citato decreto legislativo per quanto attiene alla gestione della ricerca o delle attività tecnico-scientifiche”, dato che i prodotti della ricerca richiesti in copia delineano non solo i risultati dell’attività di ricerca ma anche, e soprattutto, i settori di interesse su cui si sta concentrando il singolo R&T e il modo col quale questi gestisce la sua attività.

La stessa motivazione addotta dal Presidente, ossia la verifica dei “potenziali effetti delle attività di Smart Working nel periodo di emergenza COVID19” non appare convincente in quanto non esistono dati storici analoghi, raccolti in periodi pre-Covid, che consentano una comparazione tra quanto prodotto prima e durante l’emergenza Covid e quindi una valutazione degli effetti dello smart working.  

Sconcerto genera, infine, la richiesta di inviare anche la copia pdf di ogni documento, sia perché essa sembra mettere in discussione l’onestà dei R&T nel fornire l’elenco dei prodotti richiesti, sia perché essa vìola ogni norma di riservatezza su documenti che, come le bozze di lavori sottoposte a riviste o convegni, devono rimanere riservati al fine di evitare possibili plagi e contraffazioni.

Restiamo quindi in attesa che il Presidente fornisca ai R&T della SZN valide motivazioni e giustificazioni, sia dal punto di vista normativo che pratico, della sua richiesta, prima di esprimere un parere definitivo sulla richiesta in oggetto.

Il responsabile FGU-DR-ANPRI

Gianpaolo Pulcini

https://anpri.fgu-ricerca.it/wp-content/uploads/2020/09/SZN-Comunicato-FGU-DR-18settembre-2020.pdf

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