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Corte dei Conti: peggiorati nel 2014 i conti del CREA

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Il 10 giugno è stata pubblicata la Relazione della Sezione del controllo sugli Enti della Corte dei Conti sulla gestione finanziaria del Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’Analisi dell’Economia Agraria (CREA), esercizio 2014.

Il CREA, già Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura (CRA), ha assunto l’attuale denominazione a seguito della Legge di stabilità 2015, che ha anche incorporato nel CREA l’INEA e sostituito Presidente e Consiglio di amministrazione allora in carica con un commissario straordinario e due subcommissari.

Nel 2014, la spesa relativa ai componenti degli organi è stata di 165.492 euro per il Presidente, di 107.789 euro per i 4 componenti del CdA, di 29.127 euro per il Presidente del collegio dei Revisori dei conti e di 51.882 euro per i 2 Componenti del collegio, per un totale di 354.290 euro.

La Corte ricorda che, con deliberazione del CdA del 6 febbraio 2014, non approvata poi dal MiPAAF, i compensi erano stati elevati a 206.000 euro per il Presidente, a 44.000 euro per ciascuno dei Consiglieri, a 39.000 euro per il Presidente del Collegio dei revisori e a 32.000 euro per ciascuno dei due Componenti effettivi, con un aumento complessivo di oltre 130 mila euro. La Corte richiama al riguardo la normativa vigente secondo la quale, a partire dal 2009, la spesa per organi collegiali e altri organismi deve essere ridotta del 30% rispetto a quella sostenuta nell’anno 2007; inoltre, a decorrere dal 1° gennaio 2011, le indennità, i compensi, i gettoni, le retribuzioni o le altre utilità, corrisposti ai componenti di organi di indirizzo, direzione e controllo, consigli di amministrazione e organi collegiali ed ai titolari di incarichi di qualsiasi tipo, devono essere automaticamente ridotte di un ulteriore 10% rispetto agli importi risultanti alla data del 30 aprile 2010.

La Relazione evidenzia anche che “il Consiglio dei dipartimenti, l’organo di indirizzo e di coordinamento di tutta l’attività scientifica”, è scaduto dal settembre 2009 e da allora, benché siano passati quasi sette anni, ”il Ministero vigilante non ha ancora provveduto alla ricostituzione di tale organo”.

La gestione finanziaria 2014 del CREA ha chiuso con un disavanzo di 4.353.046 euro, più del doppio del disavanzo del 2013 che fu di circa 1,7 milioni di euro. Anche la gestione economica di competenza dell’esercizio 2014 ha chiuso con un disavanzo di 9.282.687 euro, più che raddoppiato rispetto a quello 2013 (4.492.714 euro). L’avanzo di amministrazione al 31 dicembre 2014 è stato pari a 126.811.145 euro.

Il patrimonio netto è risultato pari a 153.266 migliaia di euro, in diminuzione rispetto all’esercizio precedente (162.548 migliaia di euro) a causa principalmente dell’assorbimento delle poste patrimoniali dell’ex INRAN.

Le entrate accertate di parte corrente, riferite al 2014, sono state pari a 134.780.203 euro, di cui 102.362.641 euro provenienti dal Ministero dell’agricoltura come contributo per il funzionamento dell’ente.

Nel corso del 2014, le strutture dell’Ente hanno realizzato numerose attività di ricerca che hanno determinato proventi per un importo pari a 17.188.121 euro (+65% rispetto al 2013).

Il Ministero dell’agricoltura ha finanziato 18 progetti di ricerca, in buona parte per affidamento diretto, per un importo totale pari a 3.866.707 euro, mentre il MIUR ha erogato contributi pari a 4.775.155 euro per il finanziamento di 7 progetti. Altri enti pubblici, principalmente Università, hanno assegnato risorse per un importo complessivo di 1.171.872 euro per il finanziamento di 24 progetti.

19 progetti finanziati dall’Unione Europea hanno comportato un’entrata di € 2.444.877. Infine, soggetti privati hanno finanziato 69 progetti per un importo di 1.549.198 euro, mentre le Regioni e altri Enti locali ne hanno sovvenzionato 60, per un totale di 3.359.311 euro.

Il totale delle entrate di parte corrente è stato complessivamente pari a 134.780.302 euro, in flessione del 3,48% rispetto al 2013. Per contro, le spese correnti sono state complessivamente pari a 132.149.081 euro, in aumento rispetto ai 126.152.059 euro del 2013. La voce più consistente è quella del personale, per 90.541.653 euro, contro 88.162.832 euro del 2013.

A fronte del valore assoluto della spesa corrente, pur tenendo conto degli effetti dell’incorporazione dell’INRAN, la Corte richiama l’esigenza di adottare “misure di contenimento della spesa in linea con la normativa vigente”.

Le entrate complessivamente accertate in conto capitale sono state pari a 6.702.215 euro, principalmente (4.725.071 euro) per il trasferimento delle risorse maturate a titolo di TFS da personale proveniente da altri enti pubblici e transitato nei ruoli del CREA.

Le spese in conto capitale sono ammontate complessivamente a 13.686.483 euro. Oltre il 38% delle spese è dovuto all’acquisto di beni di uso durevole ed opere immobiliari, una pari percentuale è dovuta alle indennità di anzianità e similari per il personale cessato dal servizio, e meno del 24% è rappresentato da acquisizioni di beni strumentali.

I complessivi residui passivi al 31 dicembre 2014, ammontano a 60.458.741 euro (comprensivi di quelli dell’INRAN), mentre quelli attivi risultano pari a 153.800.333 euro (comprensivi di quelli dell’ex INRAN). Per quanto riguarda i residui attivi, la Corte ribadisce nuovamente l’opportunità che il CREA verifichi l’esistenza dei corrispondenti residui passivi presso le amministrazioni che dovrebbero effettuare i trasferimenti. Questo allineamento dei residui attivi consentirebbe di dare ai bilanci del CREA una maggiore attendibilità sulla consistenza dei residui.

Per quanto riguarda la situazione del personale, al 31 dicembre 2014 la dotazione organica era di 1.902 unità, così articolata:

  • 18 dirigenti;
  • 636 Ricercatori, di cui 104 Dirigenti di ricerca, 132 Primi ricercatori, 400 Ricercatori III livello;
  • 127 Tecnologi, di cui 14 Dirigenti tecnologi, 33 Primi tecnologi, 80 Tecnologi III livello;
  • 303 collaboratori tecnici e 388 operatori tecnici;
  • 61 funzionari di amministrazione;
  • 200 collaboratori di amministrazione;
  • 169 operatori di amministrazione.

Confrontando la dotazione organica con il personale in servizio al 31 dicembre 2014, risultavano complessivamente scoperti 464 posti, di cui ben 228 posti da Ricercatore e 68 da Tecnologo.

I Dirigenti di ricerca in servizio al 31 dicembre 2014 erano 45, i Primi ricercatori 88 e i Ricercatori III livello 275, per un totale di 408 Ricercatori, con una diminuzione rispetto al 2013 di 7 Dirigenti di ricerca, 6 Primi ricercatori e 2 Ricercatori III livello, per un totale di 15 Ricercatori in meno. Alla stessa data, erano in servizio 2 Dirigenti tecnologi, 19 Primi tecnologi, 38 Tecnologi III livello, per un totale di 59 Tecnologi, con una flessione di una sola unità (nel III livello) rispetto al 2013.

Con la delibera del CdA del 20 novembre 2014 è stato approvato il Piano triennale di fabbisogno del personale per gli anni 2013-2015, con azioni di reclutamento relative al medesimo triennio, e il piano di assunzioni relativo al turn-over 2010-2014.

A seguito della rimodulazione organica e dell’approvazione del Piano da parte del Dipartimento della Funzione Pubblica con nota del 24 dicembre 2014, il CREA ha provveduto ad assumere a tempo indeterminato in regime di part-time 58 unità di Ricercatore III livello, attingendo alle vigenti graduatorie di concorsi pubblici già espletati.

Per quanto riguarda il personale non di ruolo, al 31 dicembre 2014 operavano presso l’ente 147 unità di personale a tempo determinato, 8 borsisti, 95 assegnisti di ricerca, 216 unità con incarico professionale o con collaborazione di lavoro autonomo.

La Corte ritiene doveroso segnalare che il Commissario dell’INEA, ente confluito dal 1° gennaio 2015 nell’odierno CREA, il 30 e 31 dicembre 2014 e il 8 gennaio 2015, cioè dopo la pubblicazione in G.U. della legge di soppressione dell’INEA, ha stipulato 128 contratti co.co.co., con costi interamente riversati sul CREA, senza che quest’ultimo fosse stato previamente consultato sulla utilità od opportunità di tali contratti. Su tale operazione, al di là di eventuali illegittimità, la Corte esprime “perplessità”, trattandosi di assunzioni formalizzate da un ente in procinto di scioglimento e per contratti stipulati nel gennaio 2015 ad ente già sciolto.

La Corte segnala anche la sussistenza di un significativo contenzioso, per un totale di 422 situazioni pendenti di cui: 166 cause di lavoro pendenti nel 2014 (riguardanti in massima parte le procedure di inquadramento del personale transitato nel CREA a seguito di vari provvedimenti legislativi), 7 cause amministrative iniziate nel 2014, e 5 contenziosi attribuibili all’INRAN (ex ENSE ed ex INCA). Nel 2014, il contenzioso ha comportato impegni di spesa per oltre 660 mila euro e pagamenti per oltre 430 mila euro.

 

Questa notizia è stata pubblicata nella Newsletter ANPRI n. 14 del 14 luglio 2016.

 

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