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INGV COMUNICATO al personale 9 febbraio 2022 : Progressioni di carriera per Ricercatori e Tecnologi: cosa l’INGV non ha fatto finora, cosa deve fare subito nel 2022!

 

 

 

Fra i grandi enti di ricerca italiani, l’INGV vanta di essere stato l’unico a non avere realizzato le progressioni di carriera per Ricercatori e Tecnologi nel corso degli ultimi anni. Tutti gli altri grandi enti le hanno avviate, e in qualche caso le hanno anche concluse. L’INGV no, è rimasto fermo, al palo.

Per ben due anni (2020 e 2021) le selezioni art. 15 sono state incluse nel Piano di Fabbisogno del Personale. Piano che è stato quasi completamente attuato. Quasi. Sono mancate, guarda caso, proprio le selezioni art. 15.

La pandemia da COVID-19, che proprio la relazione al PFP invoca come scusante per il mancato espletamento dei concorsi nel 2021, non c’entra nulla ([1]).

 

La legge di Bilancio 2022 non può ritardare le selezioni art. 15

Siamo adesso nel 2022. E’ da poco stata approvata la legge di bilancio. Come ben sappiamo, prevede una dotazione finanziaria “ad hoc” per passaggi da III a II livello, qualora vada in porto il disegno di legge di riforma del reclutamento per Università e Enti Pubblici di Ricerca. Chiariamo bene questi passaggi, cosa prevede la legge di bilancio e quali sono i tempi.

In questo momento al Senato è in discussione un disegno di legge che prevede una riforma del reclutamento, con una sostanziale abolizione del terzo livello negli EPR. Se il d.d.l. sarà stato approvato le figure di Ricercatore e Tecnologo saranno, come si dice in gergo, ad esaurimento. Successivamente all’approvazione del d.d.l. si entrerà direttamente al II livello. La legge di. Bilancio pone un primo rimedio a questo problema, allocando 40 milioni di Euro per il 2022 (e altrettanti per ogni anno dal 2023 al 2025) per concorsi riservati agli attuali Ricercatori e Tecnologi, in modo che possano passare al II livello. I 40 milioni del 2022 saranno ripartiti fra gli EPR MUR con un apposito decreto da emanare entro 90 giorni dall’approvazione della legge.

 

[1] Citiamo testualmente dal Piano Triennale di Attività 2021-2023 “Infine nel corso del 2020 l’Istituto aveva previsto di attivare le selezioni finalizzate alla valorizzazione del personale ricercatore e tecnologo utilizzando gli strumenti previsti dalla vigente contrattazione collettiva nazionale ovvero l’applicazione dell’art. 15 del CCNL 2002-2005, ad oggi vigente, ma non è stata data attuazione a causa del periodo emergenziale. Nel corso del 2021 l’Istituto avvierà tali procedure.”. In realtà nel 2021 la pandemia non ha impedito la realizzazione di numerosi concorsi, ad eccezione di quelli art. 15.

 

Traducendo dal burocratese all’italiano, questo significa che il d.d.l. di riforma del reclutamento, dovrà prima di tutto essere approvato dal Senato, passare alla Camera dei Deputati per l’esame e l’eventuale approvazione, o eventualmente tornare al Senato per un ulteriore esame e conversione in legge. Possiamo veramente credere che tutto questo possa avvenire entro il 2022? E, una volta approvato, occorrerà attendere altri 90 giorni per il riparto dei fondi da parte del MUR.

 

Avviare le selezioni articolo 15 subito!

Non ha senso aspettare ancora. I fondi della legge di bilancio non saranno utilizzabili nel 2022 o, se lo saranno, questo avverrà solo a fine anno. Perché aspettare?

 

Non si tratta solo di gratificazioni morali!

Non parliamo solo di gratificazioni morali o di una cortese pacca sulle spalle. Parliamo anche di soldi. Ogni avanzamento di carriera comporta aumenti di stipendio, contributi previdenziali più alti, una liquidazione più consistente. Negare gli avanzamenti significa minare volontariamente e pesantemente la crescita del reddito di ricercatori e tecnologi, la loro pensione, la loro liquidazione (per chi è stato assunto prima del 31 dicembre 2000).

 

Sono un giovane ricercatore. L’articolo 15 non mi interessa!

Non è esattamente così. A parte il fatto che la nostra società si basa anche su concetti quali responsabilità collettiva e solidarietà, esistono anche motivazioni prettamente utilitaristiche, anche dei colleghi più giovani, per sperare che si facciano presto selezioni ex-articolo 15, anche da parte di chi non pensa di partecipare in questa fase. Le selezioni possono essere bandite con cadenza biennale. Ogni anno di ritardo porta ad allungamenti dei tempi delle selezioni future. Il tempo perso oggi non si recupera. Chi lotta oggi per le proprie opportunità offre anche ai più giovani la possibilità di un futuro migliore!

 

FGU Dipartimento Ricerca presso INGV

 

 

 

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