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“Italia con il freno a mano tirato”. I mali della Penisola nel Rapporto Inapp

ROMA, 20 dicembre – La ripresa italiana viaggia con il freno a mano tirato per colpa dei bassi salari, la scarsa produttività e la poca formazione, quest’ultimo uno degli elementi chiave del mediocre utilizzo delle risorse umane come fattore di produzione. Tra il 1991 e il 2022 i salari reali sono rimasti pressoché invariati con una crescita dell’1%, mentre il divario di produttività con gli altri Paesi G7 è pari al 25,5%. Certo, il numero di assunzioni nette l’anno scorso è stato di 414mila, contro le 713mila del 2021, ma il saldo è positivo per 550mila occupati nell’ultima rilevazione Istat rispetto a gennaio 2020, prima della pandemia. Sono questi alcuni dei numeri chiave del Rapporto 2023 dell’Istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche (Inapp).
L’ente mette il dito nella piaga dell’emergenza demografica: la forza lavoro italiana, infatti, è anziana: ogni mille lavoratori di 19-39 anni ci sono ben 900 lavoratori adulti, nella Pubblica amministrazione a fronte di un lavoratore giovane ce ne sono quattro anziani. E poi il Rapporto tocca il fenomeno delle “grandi dimissioni” che nel nostro Paese riguarda oltre 3,3 milioni di persone che hanno pensato di lasciare il proprio posto di lavoro. Più della metà delle imprese (54%) dichiara di aver assunto nuovo personale dipendente, ma solo il 14% grazie agli incentivi statali. Infine, la formazione continua che viene utilizzata solamente dal 9,6% della popolazione.
“Dopo la crisi pandemica le dinamiche del mercato del lavoro hanno ripreso a crescere, ma con rallentamenti dovuti sia a fattori esterni, dal conflitto bellico alle porte dell’Europa, alla crescita dell’inflazione e della crisi energetica, ma anche a fattori interni, come il basso livello dei salari che si lega alla scarsa produttività e alla poca formazione – ha spiegato il presidente Inapp, Sebastiano Fadda –. Occorrono degli interventi mirati e celeri, capaci di indirizzare il mercato del lavoro verso una crescita più sostenuta, che non può prescindere dalla rivoluzione tecnologica e digitale che sta modificando i processi produttivi”.

Rapporto Inapp 2023:
https://www.inapp.gov.it/eventi/rapporto-inapp-2023

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