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Spazio: c’è molta Italia dietro le spettacolari immagini del telescopio James Webb

ROMA, 14 luglio – Le splendide immagini del potente telescopio spaziale James Webb hanno fatto il giro del mondo. Ma c’è anche un fondamentale contributo italiano dietro le foto dello spettacolare quintetto di galassie, conosciuto come lo ‘Stephan’s Quintet’. Il nostro Paese gioca innanzitutto un ruolo cruciale nella missione spaziale nata dalla collaborazione fra Nasa, Agenzia Spaziale Europea (Esa) e Agenzia spaziale canadese (Csa), alla quale partecipiamo attraverso l’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e l’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf). Ma in particolare, nelle immagini dello ‘Stephan’s Quintet’, la messa a fuoco ottimale dello spettrometro infrarosso NIRSpec è garantita da uno strumento, un meccanismo criogenico di rifocheggiamento RMA, realizzato da Leonardo negli stabilimenti di Campi Bisenzio (Firenze).
Inoltre, tra i 266 programmi scelti per il primo anno di osservazioni scientifiche del nuovo telescopio, nove sono guidati da ricercatori italiani: sette dall’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf), e gli altri due dall’Università di Milano-Bicocca e dalla Scuola Normale Superiore di Pisa. Leonardo ha pure messo a punto i sensori stellari indispensabili al controllo d’assetto del telescopio. Thales Alenia Space, joint venture tra Thales (67%) e Leonardo (33%), ha invece realizzato il trasponditore per lo spazio profondo nei suoi laboratori di Roma e L’Aquila.

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