Stazione zoologica: statuto ancora bocciato dal Consiglio di Stato

ROMA, 9 febbraio – Ancora uno stop della giustizia amministrativa per lo statuto della Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli, in relazione alle regole sulla rappresentanza dei ricercatori. Il Consiglio di Stato ha accolto infatti il ricorso dell’Associazione nazionale professionale per la ricerca, della FGU e di alcuni ricercatori che chiedevano la corretta applicazione di una precedente sentenza del Tar Campania che aveva già bocciato lo statuto nei passaggi correlati ai meccanismi di rappresentatività.
L’organo di appello dei giudici amministrativi ha infatti sancito in via definitiva che le norme statutarie ledono il diritto di elettorato passivo di ricercatori e tecnologi. Si tratta dell’ultimo capitolo di una storia che inizia a maggio 2017, quando la Stazione zoologica adotta uno statuto che non contempla la presenza di almeno un ricercatore nel Cda: la previsione viene bocciata dal Tar Campania, a seguito di un ricorso, già a dicembre 2018, con riferimento al mancato rispetto della Costituzione, articolo 33, e della Carta europea dei ricercatori. La SZN allora corregge lo statuto che tuttavia nel 2020 subisce una nuova censura da parte del Tar. Nel mirino dei giudici in particolare tre punti: l’eccessiva l’influenza sul voto dei soggetti esterni e del personale tecnico-amministrativo sulla comunità dei ricercatori; la limitazione dell’elettorato attivo e passivo dovuta al meccanismo per cui gli eletti in Consiglio di amministrazione derivano da una rosa di tre nomi individuati dal Comitato di selezione (organo nominato dallo stesso Cda); infine, viene considerata illegittima la previsione secondo cui l’eletto in Cda non può svolgere incarichi interni, se non a seguito di valutazione comparativa. La SZN prova allora a rispondere con un ricorso, ma ora la sentenza dei giudici di Palazzo Spada chiude la partita: dunque, l’ente dovrà modificare lo statuto e mandarlo al ministro della Ricerca per il via libera.