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Ucraina: il tesoro della ricerca che la guerra rischia di distruggere

ROMA, 12 luglio – La guerra in Ucraina rischia di inaridire pericolosamente anche le attività e le partnership di ricerca: un patrimonio che non deve andare perduto. Secondo una indagine della casa editrice olandese Elsevier, che ha analizzato la produzione accademica di Kiev tra il 2016 e il 2021 mettendola a confronto con quella del resto d’Europa, la nazione aggredita dai russi ha prodotto oltre 95mila paper negli ultimi sei anni. Una dinamica, oggi a rischio, alquanto vitale e fortemente animata dai rapporti con il resto del continente. La quantità di pubblicazioni ucraine ben citate (top 10% al mondo) è andata infatti gradualmente salendo dal 6% del 2016 al 9,5% del 2021, a testimonianza di un forte miglioramento in termini qualitativi.
Il 34% della produzione accademica, quindi circa 35mila pubblicazioni dal 2016 ad oggi, nasce da sinergie internazionali. Il 56% con colleghi dei Paesi Ue, seguono Asia (15%), Nord America (13%), Medio Oriente (7%), Sud America (5%) e Africa (4%). Ben 9mila pubblicazioni hanno visto una partnership con la vicina Polonia, ma al secondo posto c’è proprio il nemico di oggi, la Russa, con 8mila. E 6mila con la Germania. Quindi Regno Unito, Italia e Francia seguono con poco meno di 4mila pubblicazioni condivise con Kiev. Rispetto al nostro Paese, è importante evidenziare, sottolinea Elsevier, come l’impatto di questo rapporto di ricerca collaborativa (FWCI 4.51) sia ben maggiore dell’impatto generale della ricerca sia ucraina (FWCI 0.94) che italiana (FWCI 1.46). In tal senso, è cruciale per entrambi i Paesi portare avanti la cooperazione.
In relazione invece a temi e ambiti, l’Ucraina predilige l’ingegneria e la fisica. A fronte di una media europea della produzione scientifica in ambito ingegneristico intorno al 18%, Kiev si attesta quasi al 27%. Se per la fisica la media Ue sfiora invece il 26%, l’Ucraina raggiunge quasi il 33%.

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