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CNR: 1 luglio 2015 Lettera su Pianta Organica

Roma, 1 luglio 2015

Prot. 89/2015

 

Presidente del CNR, Prof. Luigi Nicolais

Consiglieri di Amministrazione del CNR

e p.c. Componenti Consiglio Scientifico del CNR

Ricercatori e Tecnologi del CNR

 

Non soffocate le speranze dei Ricercatori del CNR

Non pregiudicate gravemente il futuro dell’Ente

 

Egr. Presidente, Egregi Consiglieri di Amministrazione,

la scrivente Associazione professionale, rappresentativa dei Ricercatori e Tecnologi degli Enti Pubblici di Ricerca, rivolge loro un appello in merito all’approvazione del Piano triennale di Attività e, in particolare, alla rimodulazione della Pianta organica dell’Ente, oggetto della riunione del 2 luglio del Consiglio di Amministrazione.

Con questo appello, l’ANPRI chiede che non siano approvati i forti tagli agli organici dei livelli apicali del profilo di Ricercatore contenuti nella proposta di rimodulazione della Pianta organica.

Si tratta, in particolare, di un taglio di centinaia di posti di Dirigente di Ricerca e di Primo Ricercatore che ha, come unico scopo immediato, quello di consentire l’espletamento, già nel 2015, di concorsi per la progressione di livello del personale tecnico ed amministrativo (per un totale di 417 posti) le cui piante organiche sono già praticamente sature.

I prospettati tagli sono fortemente penalizzanti per i Ricercatori del CNR per i quali diventerà pressoché impossibile vedere riconosciuti, in un futuro non troppo remoto, i propri meriti e le proprie competenze attraverso un naturale percorso di progressione di carriera, in quanto le vacanze in organico si saturerebbero quasi immediatamente una volta conclusisi i concorsi ex art. 15 (che il Consiglio di Stato ha finalmente sbloccato) per 80 posti di Dirigenti di ricerca e 117 posti di Primo Ricercatore, con decorrenza gennaio 2010.

Eppure, benché i Ricercatori siano, o dovrebbero essere, il personale di maggior rilievo in un Ente di Ricerca, nel CNR essi rappresentano senza alcun dubbio il personale maggiormente penalizzato in termini di possibilità di carriera e riconoscimento dei propri meriti e competenze. Infatti, ad oggi, escludendo il personale in aspettativa, solo il 5,5% dei Ricercatori è Dirigente di Ricerca (I livello) e solo il 21,3% è Primo Ricercatore (II livello). Al contrario, il 74% dei Funzionari di amministrazione, il 40% dei CTER, il 36% dei Collaboratori di amministrazione, il 49% degli Operatori tecnici e quasi il 77% degli Operatori di Amministrazione ha già raggiunto oggi, nel CNR, il proprio livello apicale (come risulta evidente nei grafici a torta qui allegati ottenuti dai dati CNR sul personale oggi in servizio).

Impietoso è anche il confronto tra il CNR e gli altri EPR in termini di attenzione per la carriera dei propri Ricercatori. Infatti, secondo dati 2013 forniti dalla Ragioneria Generale dello Stato, negli altri EPR i Dirigenti di Ricerca e i Primi Ricercatori sono quasi il 16% e il 33% dei Ricercatori, percentuali che crescono fino al 18% e al 45% nell’INFN. Per di più, quasi la metà dei Dirigenti di Ricerca del CNR ha già compiuto i 60 anni ed è ad un passo dalla pensione.

I tagli prospettati pregiudicano gravemente anche il futuro dell’Ente. Diminuirà, infatti, la capacità del CNR di attrarre giovani brillanti Ricercatori, dato che l’Ente nega loro, fin da subito, ogni possibilità di progressione di carriera. Diminuirà la capacità dell’Ente di ottenere finanziamenti esterni, diminuendo la forza “contrattuale” ed il “peso scientifico” dei Ricercatori CNR nei confronti dei loro competitori nazionali ed internazionali. Diminuirà anche la presenza del CNR in importanti organismi scientifici per i quali è spesso richiesta l’appartenenza al livello apicale (si vedano, ad esempio, i GEV in via di costituzione per la VQR 2011-2014, per i quali è di fatto richiesto l’inquadramento come Dirigente di Ricerca o l’abilitazione scientifica da Professore ordinario). Aumenterà, invece, il numero di Ricercatori del CNR che, non potendo vedere riconosciuti nell’Ente i propri meriti, fuggiranno altrove, in altri Enti di ricerca italiani o stranieri, regalando così ad altri le proprie competenze, le proprie conoscenze e tutte le risorse investite dall’Ente per la loro formazione e crescita.

Non appare, inoltre, necessario effettuare questi tagli ai livelli apicali al fine di aumentare la dotazione organica del livello iniziale di Ricercatore in quanto le vacanze in organico che si creeranno a breve, a conclusione del già citato concorso ex art. 15 per Primo Ricercatore, sono in numero di gran lunga maggiore del numero di nuovi Ricercatori di III livello che l’Ente intende assumere nei prossimi due anni.

Né è convincente la giustificazione che, una volta approvato il disegno di legge in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche e adottati i relativi decreti attuativi di cui all’art. 10 del suddetto disegno di legge, gli Enti di Ricerca non saranno più soggetti a piante organiche perché, se così fosse, non sarebbe necessario deliberare oggi alcun taglio alle piante organiche dei Dirigenti di Ricerca e dei primi Ricercatori per procedere, con decorrenza 2016, alla progressione di carriera del personale tecnico/amministrativo.

Per tali motivi, la scrivente Associazione chiede che il CdA, mostrando grande senso di responsabilità nei confronti del futuro del CNR e dei suoi Ricercatori, non approvi i prospettati tagli nella Pianta Organica. È infatti incomprensibile che, proprio nel momento in cui si sottolinea da più parti, e non solo in Italia, quanto sia fondamentale la ricerca scientifica per l’innovazione e il progresso economico, il maggiore Ente di ricerca italiano decida di tagliare la pianta organica dei propri Ricercatori più esperti. Per tale motivo, l’ANPRI richiama l’intero Consiglio di Amministrazione ad una maggiore ed adeguata attenzione nei confronti delle legittime aspettative di carriera dei Ricercatori del CNR, pianificando già nel prossimo futuro, un maggior numero di posti per la progressione di carriera dei suoi Ricercatori e Tecnologi. Si potrebbe ad esempio cominciare con l’abolizione delle previste assunzioni “per chiara fama” (che rappresentano un vero affronto ai tantissimi Ricercatori di ruolo sottoinquadrati) che libererebbe risorse da destinare a nuovi concorsi con riserva.

Va, infine, precisato che il numero così basso di Dirigenti di Ricerca e Primi Ricercatori in servizio nel CNR non può essere imputato alla normativa o ai contratti vigenti, ai recenti reclutamenti di Ricercatori di III livello o ai limiti del turn-over, dal momento che gli altri Enti di ricerca, pur essendo soggetti alla medesima normativa e ai medesimi contratti, hanno negli anni offerto adeguate possibilità di carriera ai loro Ricercatori, come i numeri precedentemente citati dimostrano in maniera inconfutabile.

Distinti saluti,

 

Gianpaolo Pulcini

Segretario Nazionale, Responsabile CNR

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